Martedì 28 Settembre 2010 - Libertà
Piacenza, una città aperta ai "grandi" della storia
Una presenza di prestigio che eleva il territorio. Intellettuali e statisti di fama mondiale, un lungo elenco di personalità che hanno incontrato i piacentini
Non è piaggeria, è solo la piacevolezza di un pomeriggio da ricordare, di una giornata particolare da consegnare al futuro. Erano anni che Zygmunt Bauman, dei più noti e influenti pensatori al mondo, sociologo e filosofo cui si deve la folgorante definizione della "modernità liquida" di cui è uno dei più acuti osservatori, non tornava nel nostro Paese. Ha scelto Piacenza e ha scelto il Festival del Diritto. A guardarlo vengono in mente certi filosofi e grandi intellettuali del passato, penso ad Theodor Adorno, Herbert Marcuse, ma anche a Jean Paul Sartre, Eric Hobsbawm, Ludwig Wittengstein, tutti grandi pensatori del secolo scorso che hanno resistito al tempo e alla storia. Bauman nelle sue teorie ha paragonato il concetto di modernità e postmodernità allo stato solido e liquido della società. I suoi studi più recenti si sono spinti fino alle trasformazioni della sfera politica e sociale derivati dalla globalizzazione.
Provo a tornare indietro nel tempo e a fare ricorso alla memoria. Penso a Bauman e faccio esercizio di memoria, un tuffo nel passato e allora non ricordo intellettuali di questo spessore che abbiano regalato alla nostra città un po' del loro tempo e della loro grande cultura. Penso allora alle presenze di personaggi del mondo istituzionale e politico: i presidenti della Repubblica Luigi Einaudi, Sandro Pertini, Oscar Luigi Scalfaro, Francesco Cossiga e Carlo Azeglio Ciampi; nell'ambito dello spettacolo mi viene in mente un concerto di Luciano Pavarotti nel 1982 in occasione del 2200 anni dalla fondazione della città. E ancora: il leader sovietico Michail Gorbaciov nei primi anni Novanta. Non pare cosa buona e giusta mischiare il sacro con il profano ma quel maggio del 1988 in cui Papa Giovanni Paolo II venne in visita a Piacenza resta una delle giornate più belle che io ricordi nonostante la pioggia incessante. Ci sono nella mia memoria Rita Levi Montalcini premio Nobel per la Medicina, alla Fondazione di Piacenza e Vigevano e il Summit internazionale delle Madri della Terra con i premi Nobel premi Nobel Betty Williams, Rigoberta Menchu Tum, Shirin Ebadi (presente anch'essa in questi giorni al Festival del Diritto) e Jody Williams. C'è inoltre il grande maestro Riccardo Muti con l'Orchestra "Luigi Cherubini". Grandi personalità, figure di primo piano, è vero.
Ma quando mai abbiamo avuto l'opportunità di ascoltare a Piacenza una "lectio magistralis" di Umberto Eco, Fernand Braudel, Norberto Bobbio o di Woody Allen? Bauman - che per fama e grandezza appartiene ai grandi maestri del pensiero del Terzo millennio, ieri ci ha fatto volare alto. La sua presenza autorevolissima e carismatica ha fatto riflettere. Viene da pensare che dobbiamo porci sfide difficili come se dovessimo sempre tentare la scalata all'impossibile. E l'impossibile, nella più ampia accezione del termine, è stata ieri pomeriggio la presenza piacentina di questo grande intellettuale polacco di origine ebraica. Da ricordare e da consegnare agli archivi della nostra memoria.
Mauro Molinaroli