Sabato 9 Ottobre 2010 - Libertà
Madre, borghese, lavoratrice, seduttiva. L'"Amaro calice" della donna dell'800
A cura di Gabriele Dadati in mostra fino al 31 dicembre alla Ricci Oddi una
selezione di dipinti di proprietà della galleria: da Ricchetti a Soressi a Segantini
piacenza - Dai depositi al salone d'onore: un nucleo di opere di proprietà della galleria d'arte moderna "Ricci Oddi" solitamente non esposte resteranno fino al 31 dicembre nel luogo di rappresentanza del museo di via San Siro, insieme a una selezione delle carte dell'archivio relative ai quadri tornati fruibili per i visitatori.
Inizia infatti nella rotonda il percorso della mostra Amaro calice, a cura di Gabriele Dadati, presentata ieri al Teatro dei Filodrammatici dallo stesso curatore, da Vittorio Anelli, presidente della galleria d'arte moderna Ricci Oddi, dal sindaco Roberto Reggi, e dal Soromptimist international che ne è stato il promotore, organizzazione rappresentata ieri dalla presidente del Club piacentino, Carla Recher, e dalla vicepresidente nazionale, Patrizia Cristofoli Fedrizzi. L'inaugurazione è proseguita nel museo, pressoché interamente coinvolto dalle quattro sezioni - la donna madre, la donna borghese, la donna e la seduzione, la donna lavoratrice - in cui si articola l'esposizione sulla figura femminile tra Otto e Novecento.
Tramite nuove didascalie, contrassegnate da quadrati di quattro colori diversi, si potrà dunque affrontare anche nelle sale dell'allestimento permanente una «rilettura in chiave storico-sociologica del mondo femminile tra la fine dell'Ottocento e i primi decenni del Novecento, periodo - evidenzia Recher - di grandi fermenti innovativi e di nuove esperienze».
Ulteriori approfondimenti verranno suggeriti nelle quattro conferenze all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano (il 22 e il 29 ottobre, il 12 e il 19 novembre, alle 17.30) che affronteranno aspetti specifici: la pittura, la condizione femminile, la letteratura e il cinema degli esordi. Recher osserva come il titolo della mostra, Amaro calice, si presti a un doppio significato: il richiamo a uno dei quadri simbolo della "Ricci Oddi", dipinto dallo "scapigliato" Tranquillo Cremona, ma anche l'allusione esplicita al duro cammino compiuto dalle donne per emanciparsi. Quadri, disegni e incisioni raccontano il lavoro nelle campagne (Mondine di Luciano Ricchetti, Fatica contadina di Carlo Levi, Ritorno dal pascolo di Mosè Bianchi), tipiche attività muliebri (Cucitrice di Alve Valdemi, Infilatrice di perle di Fausto Zonaro), i passatempi delle classi più agiate (Signora in giardino) di Tito Lessi, Donna che legge di Arturo Rietti, Donna al pianoforte di Alberto Salietti), l'importanza dell'istruzione (nel vivace Allieva con le calze rosse di Vanda Seccia), la gioia e la trepidazione dell'arrivo di un bambino, in soggetti sacri e profani (da Mammina di Francesco Paolo Michetti a La moglie di De Carolis e le figlie di Armando Spadini, dall'Infanzia di Gesù di Alfredo Soressi a Maternità di felice di Gaston De Latouche), il dolore per una perdita angosciante (La culla vuota di Giovanni Segantini), ma anche la donna come seduttrice e oggetto di seduzione, tra le immagini ispirate al fascinoso oriente (Incontro al tramonto di Luigi Filocamo, Le favorite nel parco di Cesare Biseo), l'enigmatico Amaro calice o l'ammiccante Donna con coppa di Augusto Cesare Detti. Anelli ha espresso la soddisfazione per il fatto che, sia pure temporaneamente e in numero limitato, si possa prendere visione del patrimonio custodito nei depositi, che conservano più di mille pezzi contro i duecentocinquanta esposti nelle sale del museo. La mostra, appuntamento conclusivo della manifestazione I giorni di Pulcheria, sulle cui valenze positive si è soffermato Reggi, resterà aperta da martedì a venerdì dalle 9.30 alle 12.30; sabato e domenica dalle 9,30 alle 18.30. Biglietti: 5/3,50/2,50 euro.
Anna Anselmi