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Sabato 17 Luglio 2010 - Libertà

Bester Quartet, entusiasma l'avanguardia del klezmer a Castello per il Valtidone Festival

castelsangiovanni - Bester Quartet, ovvero quando il klezmer si mescola alla musica d'avanguardia, al jazz, alle influenze etniche e allo sperimentalismo per dar vita ad un genere raffinato e trascinante che l'altra sera è stato il protagonista di un concerto che ha animato piazza cardinale Casaroli, a Castelsangiovanni. Ospite della serata, che si inseriva all'interno del calendario di appuntamenti del Valtidone festival, è stato il formidabile Bester Quartet in arrivo da Cracovia e capitanato dalla fisarmonica di Jaroslaw Bester. I 4 musicisti hanno dato vita ad un concerto a tratti sorprendente, dove le radici musicali del klezmer (che proviene dalla tradizione ebraica) hanno incontrato i moderni generi musicali contaminandosi e fondendosi per dar vista ad un klezmer contemporaneo che ha convinto il pubblico che affollava piazza Casaroli. L'appuntamento si inseriva nella sezione etnica jazz del Valtidone festival e chiudeva l'appuntamento con il genere klezmer, dopo che già la sera precedente la mini rassegna aveva fatto tappa a Ziano dove protagonista era stata la musica rom dei Rhapsodija Troupe. A Castelsangiovanni l'onore invece di ospitare il quartetto oggi riconosciuto come uno tra i maggiori gruppi klezmer dell'intero panorama mondiale. «Un concerto, quello di stasera - ha sottolineato il direttore artistico Livio Bollani, che col sindaco di Castelsangiovanni Carlo Capelli ha fatto gli onori di casa - di klezmer contemporaneo ma al tempo stesso difficile da definire, dove le sonorità klezmer si fondono alla musica di avanguardia, al jazz, allo sperimentalismo per dar vita a contenuti raffinati».
Sul palco allestito nella piazza-salotto della città-capofila della Valtidone, oltre alla fisarmonica di Jaroslaw Bester sono saliti anche il poliedrico Oleg Dyyak, che è passato con disinvolutra dalle percussioni al clarinetto e alla fisarmonica, Wojciech Front al contrabbasso e il violino (strumento principale del mondo ebraico dei ghetti) di Jaroslaw Tyrala, abilissimo negli scambi e nei rimandi con gli altri componenti del quartetto. I 4 musicisti hanno fatto "volare" il pubblico sulle note di un concerto dove le sonorità di fondo, che rimandano alle musiche che accompagnavano ad esempio feste di matrimonio, funerali o piccoli episodi di vita quotidiana delle comunità ebraiche, si sono evolute dando vita a ritmi a volte incalzanti e sincopati, a volte melodici, sfuggenti e romantici e altre volte malinconici. «Come da tradizione - ha detto il sindaco di Castello - la nostra città ospita artisti forse ancora poco conosciuti in Italia ma che già tanti riconoscimenti hanno ottenuto all'estero». Il quartetto ospite del Valtidone festival ha collaborato infatti con artisti jazz, klezmer e d'avanguardia di fama internazionale e suonato, oltreché in Polonia, in Paesi quali Svezia, Svizzera, Austria, Olanda, Canada, Taiwan e Italia, dove è riconosciuto come uno dei maggiori gruppi nel suo genere. «In questo modo - ha sottolineato il direttore artistico - Castelsangiovanni diventa una sorta di vetrina internazionale». Bollani ha ringraziato anche tutti gli organizzatori del Valtidone festival, promosso dall'associazione culturale Tetracordo, tra cui gli 11 Comuni che con la Fondazione di Piacenza e Vigevano, Provincia, Associazione Eventi musicali della Valtidone e Fondazione Libertà hanno dato vita alla Fondazione Valtidone Musica. Un grazie è andato anche ai patrocinatori, tra cui Regione e Ministero per i beni culturali e Camera di Commercio, e ai numerosi sponsor, partner tecnici, associazioni e realtà che hanno contribuito.

Mariangela Milani

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