Sabato 26 Giugno 2010 - Libertà
«Mi porto nel cuore l'Italia e il Brasile»
Parla il fisarmonicista Renato Borghetti, stasera in concerto ad Agazzano. Valtidone festival - Il virtuoso musicista si presenta con la sua band multicolore e un repertorio brasiliano e latino
agazzano - Questa sera alle 21.15 l'elegante piazza Europa di Agazzano ospiterà uno degli spettacoli più attesi del Valtidone Festival 2010: protagonista del concerto il più grande interprete di organetto diatonico di America, Renato Borghetti, che torna a grande richiesta nel Piacentino con la sua band da Porto Alegre.
Ricordiamo che per la realizzazione della serata (che in caso di maltempo si terrà nel salone parrocchiale) è stato determinante l'impegno dell'amministrazione comunale di Agazzano che, con Pianello, Sarmato e altre 8 municipalità della Valtidone, la Fondazione di Piacenza e Vigevano, la Provincia, l'associazione Eventi musicali della Valtidone e la Fondazione Libertà, ha recentemente dato vita alla Fondazione Val Tidone Musica. Fondazione che - come noto - assieme all'associazione culturale Tetracordo promuove non solo gli Eventi musicali internazionali della Valtidone, ma anche il progetto "Musica 412", rete interprovinciale di festival musicali itineranti lungo la ex-Strada Statale 412 della Valtidone.
Borghetti è considerato una leggenda della fisarmonica e, pur essendo originario dell'Italia, quando parliamo ci fa subito capire che, specialmente dopo la delusione della squadra azzurra, il suo tifo è tutto rivolto al Brasile. «Un Paese che scorre nel mio sangue, insieme alla musica e alla passione per il calcio, lo ammetto» scherza Borghetti, che stasera salirà in palcoscenico insieme alla sua band multicolore, composta da Pedro Figueiredo al flauto e al sax, Daniel Sà alla chitarra e Victor Peixoto al pianoforte. Poi, diplomaticamente e grondante di simpatia, il fisarmonicista aggiunge: «Certo, le mie origini italiane mi fanno un po' pesare il fatto di tornare in Italia in concerto proprio quando la Nazionale non è più in gara. Avrei preferito il contrario! ».
Maestro, parliamo del programma che proporrà questa sera ad Agazzano.
«Sarà un concerto con tantissimi colori e sapori. Mi esibirò in un quartetto straordinario e proporrò un repertorio brasiliano, che vivrà nelle "voci" del flauto, del pianoforte, della chitarra e del mio strumento, appunto».
Ma nella sua musica confluiscono tanti altri stili e correnti musicali. Quanta Italia c'è?
«Ce n'è parecchia, inevitabilmente. La mia origine è italiana, ho parenti di Mantova e a Trento e sono ancora in contatto con loro. Quindi, inevitabilmente ho il sangue italiano e mi sento un erede della musica italiana e della cultura italiana. Specialmente di quella tradizionale. Poi, è chiaro, l'immigrazione della mia famiglia ha contribuito al mio interesse naturale alla musica brasiliana e portoghese. Ma il mio repertorio è un mix e lo si potrà sentire bene nel concerto di questa sera».
Che bello sentire parlare dell'immigrazione come di una ricchezza. Spesso capita proprio parlandone con i musicisti.
«E io ne sono un testimone vivente. Le basti pensare che, dopo l'Italia, andrò in tournée in Portogallo, poi di nuovo in Brasile, ma anche in Austria, a Budapest, a Bruxelles e in tutta Europa. Infine, tornerò in Italia. Assaporo tutte queste stazioni con grande curiosità e suonando ovunque riscopro quanto la musica sia universale».
L'attività concertistica e il rapporto diretto con il pubblico sono la parte più vitale della sua carriera. C'è qualche altro progetto in vista?
«Sì, ma ha a che fare con i concerti poiché, tornato in Brasile, registrerò uno show dal vivo che diverrà un album mentre, finita questa tournée, ne farò un'altra che prevede la registrazione di un dvd».
Eleonora Bagarotti