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Giovedì 14 Ottobre 2004 - Libertà

Matematica, modello della realtà

I mercoledì della scienza - Conferenza di Alessandro Veneziani. Le equazioni applicate alla medicina e allo sport

La matematica e la vita quotidiana. Ovvero un altro tardo pomeriggio all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, nell'ambito dei Mercoledì della Scienza (organizzati dal Dipartimento di matematica e fisica del liceo scientifico Respighi e dall'Associazione Amici del liceo scientifico Respighi), a parlare questa volta di "Matematica senza limiti: medicina, sport... Ed equazioni". Un modo per ribadire, ieri, che presa per il verso giusto, la matematica aiuta a vivere meglio. E non se ne sta per aria a fissarci tutti dall'alto al basso. No, al contrario la si trova intorno a noi e, addirittura, dentro di noi. Così, tra l'accenno di un'equazione e l'altra, Alessandro Veneziani (professore associato di calcolo numerico al Politecnico di Milano, attualmente in forze al Laboratorio Mox - Modellistica e calcolo scientifico - del Dipartimento di matematica) ha illustrato il contributo fondamentale che, una scienza in genere considerata prettamente astratta come la matematica, può dare in ambiti pratici altamente diversificati. Come la medicina, ad esempio. O lo sport. E non si tratta di intuizioni da fantascienza, ma delle cronache di giorni di ordinaria ricerca là al Mox. Quando si ragiona per catturare il cuore di un problema, in modo che l'incredibile complessità della realtà che ci circonda possa venire approssimata quel che basta per darla in pasto ai calcolatori. E concentrarsi poi sui risultati. Si viaggia con modelli matematici che descrivano il necessario del caso in esame. Modelli che permettano cioè la costruzione di simulazioni non della realtà nel suo totale, ma di qualcosa abbastanza vicino ad essa da permettere che le conclusioni "virtuali" siano comunque "fisicamente" significative. Un chirurgico lavoro di "purificazione", conscio dei limiti intrinseci della matematica e al contempo fiero delle potenzialità. Tanto che, adesso, si può parlare di "medicina predittiva" (termine coniato nel 1999 da un gruppo di matematici, ingegneri e medici di Stanford, Usa). Grazie alla matematica ed i suoi modelli, è oggi possibile ottimizzare un intervento, minimizzandone i costi (che per il paziente significano: rischi e tempistiche). Lo si fa creando, a partire dai dati (ottenuti con Tac e simili), simulazioni "virtuali" di quella specifica patologia all'interno di quello specifico paziente. E operando prima su di loro, che sull'uomo. Metodologie che si applicano e si possono applicare con successo anche nel mondo industriale e sportivo. E dietro cui si nascondono alcuni dei segreti iridati di team di primo piano, come la Ferrari.

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