Mercoledì 16 Giugno 2010 - Libertà
La geografia poetica di don Virgilio Zuffada
Stasera all'auditorium della Fondazione il libro del sacerdote e uno su Igino Giordani
piacenza - Sarà presentata stasera alle 20.45 nell'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, la più recente raccolta poetica di don Virgilio Zuffada, ex missionario ora cappellano dell'ospedale di Piacenza.
Questo Canti a paesi e città e continenti è l'ultimo volume di una serie ed è illustrato da Bruno Grassi (suo anche il bell'acquerello di copertina). Vi si propone l'esperienza del viaggio come visione e conoscenza, ma soprattutto come incontro di persone e culture. E' una sorta di diario pieno d'attenzione affettuosa per ogni cosa, intessuto di relazioni alla luce dello spirito evangelico che vede nell'altro un fratello.
Sono appunti di viaggio in versi perché la poesia, con la sua sintesi di bellezza, entra più profondamente nelle cose fino a diventare autentica partecipazione. Gli altri entrano davvero nel cuore e nella vita di don Virgilio tanto che non li dimentica più. Esemplari sono i versi dedicati al ciclista scomparso Marco Pantani e a un concerto del cantautore Francesco De Gregori.
Troppo spesso siamo flagellati da orrendi versi d'occasione che hanno la presunzione di spacciarsi per poesia, versi facilmente smascherati se messi a confronto con quelli di don Zuffada dove, pur nella sua semplicità "francescana", la poesia invece c'è davvero senza sdolcinature, senza retorica, senza frasi fatte. Lo dimostrano anche i versi delicati e asciutti, dove il dolore trattenuto con pudore si sublima nella Fede, e vi troviamo suor Leonella o sacerdoti scomparsi, cari amici dell'autore.
Nel libro incontriamo città italiane e straniere, alcune vicine altre lontanissime, colte per un particolare che le simboleggia e racchiude e che è la traccia rimasta impressa nell'animo di don Zuffada. Molto bella la poesia Stazione di Piacenza, emblematica dell'intensa partecipazione personale con cui don Virgilio osserva e vive la vita e gli altri. Splendida l'introduzione al libro fatta dall'autore stesso dove egli afferma che paesi, città, continenti hanno voci, speranze, sentimenti e sono affidati a noi, sono la nostra casa. Essi sono sensibili al nostro amore quando esso è "vero, concreto, ecologico" come egli dice e prosegue: "Poeti, profeti, scienziati, cultori del bello sanno dar loro voce".
Lo scopo della raccolta poetica è dichiaratamente quello di "allargare gli orizzonti" per questo esso è dedicato anche "ai nuovi viaggiatori, ai nuovi organizzatori di viaggi, ricercatori di umanità, indagatori di significati religiosi e culturali…" Nessun libro di recente ha avuto quanto questo un approccio così valido e alto all'andar per luoghi eppure è un libro semplice che non ha grandi pretese letterarie, umanistiche o ambientalistiche, ma non ne ha bisogno per essere davvero un inno ai paesaggi e agli incontri umani.
Dina Bergamini e Barbara Sartori presenteranno il nuovo libro di don Zuffada dedicato agli amici del Punto Incontro e del Centro Studi Igino Giordani. E' significativo che nella stessa serata venga presentata anche la riedizione de La società cristiana, raccolta di scritti di Igino Giordani uscita già nel 1942. Relatrice la professoressa Patrizia Gennari autrice di una tesi su Giordani giornalista. Si parlerà di lui come comunicatore. Egli che seppe obbedire solo al Vangelo, sia come politico che come giornalista e come uomo, sosteneva che la politica e l'autorità devono essere a servizio della gente, che l'economia non può prescindere dalla morale, che le inquietudini di un individuo devono riguardare tutti. Non solo lo pensò, ma lo scrisse e soprattutto lo testimoniò nelle sue scelte e nei suoi comportamenti. In questi tempi non occorre essere cristiani come lui per capire che quanto sosteneva non solo è vero, ma è persino necessario. Entrambi uomini di Fede e coerenza, Giordani e don Zuffada hanno scritto le loro idee attraverso notevole forma letteraria, testimoni di libertà intellettuale, verità e bellezza cosa che, nonostante l'oggi, ci dona un po' di speranza.
Bruna Milani