Sabato 12 Giugno 2010 - Libertà
La signora delle auto Anneliese Abarth
"Dietro ad ogni grande uomo c'è sempre una grande donna" recita un vecchio adagio. E i piacentini ne hanno avuto la prova. Perché se è indubbio che Carlo Abarth è stato davvero un grande uomo, un personaggio che ha saputo costruire con la forza del suo impegno una leggenda, è altrettanto vero che Anneliese Abarth, la sua consorte, di forza ne ha dimostrata parecchia in più di un'occasione. Piacenza l'aveva potuta conoscere lo scorso gennaio, quando in piazza Cavalli, una sfilata di Abarth originali e antiche erano state esposte nell'ambito di "Cultura e Motori", la manifestazione organizzata dal Cpae in collaborazione con il Politecnico di Milano e il "Cassinari", insieme ai Comuni di Piacenza, Castellarquato, Lugagnano, Vernasca, alla Provincia di Piacenza, all'Asi, all'Aci Piacenza, alla Camera di Commercio e alla Fondazione di Piacenza e Vigevano: allora, sotto il gotico, la "signora dello Scorpione" (uno scorpione è proprio il simbolo del marchio Abarth - ndc) aveva rimirato le opere degli studenti del Liceo artistico "Cassinari" che avevano partecipato all'estemporanea di pittura "Abarth Mille e Mille Abarth"; la "dama delle automobili" aveva idealmente incoronato Daniele Zanrei, il vincitore del concorso artistico salito sul "podio" grazie ad un magnifico disegno che raffigurava un'Abarth 695 SS del 1966, bianca come il latte e sopra un'enorme scorpione nero. I piacentini l'avevano vista allora, la signora Abarth, mentre ricordava il marito e la sua tenacia nel portare a termine gli obiettivi: così si costruisce un sogno; così si porta a compimento una leggenda.
Ma i piacentini la vedranno anche oggi, la signora Abarth: Anneliese Abarth è infatti l'ospite d'onore dell'edizione 2010 della "Silver Flag". Nel frattempo l'abbiamo contattata e così ha commentato la sua prossima venuta a Piacenza: «Sono felice di tornare ancora una volta nella vostra città: qualche mese fa ero venuta per una "giusta causa". I giovani devono conoscere meglio l'esperienza di uomini come Carlo Abarth: purtroppo oggi sembra non esserci spazio per avere un grande idolo che possa essere anche un valido modello per i ragazzi. Carlo lo era».
Qual è l'insegnamento più grande che l'esperienza di suo marito può insegnare ai giovani di oggi?
«Carlo era una persona capace di portare avanti un'idea senza lasciarsi distrarre: se credeva in un progetto, era impossibile distoglierlo da esso, cercava di svilupparlo e ci riusciva, anche a costo di grossi sacrifici. Io penso sia questo l'insegnamento che la storia di mio marito può dare oggi: non si deve perdere la fiducia in ciò in cui si crede».
ELISABETTA PARABOSCHI