Mercoledì 13 Ottobre 2004 - Libertà
Le donne: perseguitate nei secoli
Esaminata in un convegno alla Fondazione la figura dell'innocente sottoposta a vessazioni e crudeltà. Dal Medioevo a ad oggi protagoniste di drammi teatrali
"Quello delle donne perseguitate è un tema antico come il mondo, che purtroppo è attuale ancora ai nostri giorni", così ha esordito il professor Federico Doglio aprendo la tavola rotonda sulle "Avventure di donne perseguitate", che si è tenuto ieri mattina all'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Presidente del Centro Studi sul Teatro Medioevale e Rinascimentale, che insieme alla Fondazione ha organizzato il convegno, il professor Doglio ha aperto i lavori sottolineando come i drammi medievali incentrati sulla figura della fanciulla innocente ingiustamente perseguitata e infine salvata dall'intervento della Divina Provvidenza, avessero anche una chiave di lettura sociologica, poiché denunciavano situazioni sociali autenticamente ossessive per la donna. A dare corpo a questo aspetto e, più in generale, al tema della tavola rotonda, il primo dei relatori, il professor Gaetano Oliva, docente di Storia del teatro e dello spettacolo, drammaturgia e teatro di animazione all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, ha offerto al pubblico una breve rappresentazione di questo genere. Rebecca Chiari, Lorenza Cipelli, Sabrina Norcini, Cinzia Roberti, Maria Teresa Spandri e Lorenza Turci - che fanno parte del gruppo di studenti, insegnanti ed educatori che, sotto la guida di Oliva, hanno scelto di utilizzare il teatro come uno strumento educativo - hanno così dato vita a un breve spettacolo, a un esercizio di penetrazione di un personaggio e di un clima culturale, mettendo in scena una drammaturgia costruita sulla figura di Margherita Porete, una beghina francese finita sul rogo nel 1310 perché aveva scritto un testo di mistica in cui affermava che l'anima che vive in pace nell'amore divino non ha più bisogno delle virtù. Al termine della breve rappresentazione, la parola è passata al professor Pierantonio Frare, docente di Letteratura italiana alla facoltà di Scienze della formazione, che ha spiegato come il personaggio della donna perseguitata ingiustamente, protagonista di tante rappresentazioni teatrali nel Medioevo italiano, costituisse una infrazione ai dettami di Aristotele illustrati nella Poetica. Il filosofo stagirita, infatti, sosteneva che il protagonista della tragedia, per muovere a terrore e pietà il pubblico, non dovesse essere né totalmente innocente, né totalmente malvagio. La figura dell'innocente sottoposto a vessazioni e crudeltà, ha spiegato ieri Frare, nasce dunque con l'avvento del Cristianesimo, con la figura di Gesù e dei martiri. E se è ingiusto perseguitare qualcuno, ancora più tragico e ingiusto risulta perseguitare una donna, ha aggiunto Frare, in quanto immagine stessa dell'innocenza e della grazia. Da Boccaccio, con il quale per la prima volta, con il personaggio di Griselda, compare nella letteratura italiana la figura della donna perseguitata, a Petrarca, che reimposta la figura di Griselda sulla fisionomia di personaggi della Sacra Scrittura, come Giobbe e Maria, l'intervento di Frare è poi passato a illustrare la presenza di questo tema nelle tragedie del '500 e '600, incentrate sulla figura di personaggi come Anna Bolena e Maria Stuarda, per finire con l'ultima grande tragedia italiana, l'Adelchi, nella quale Ermengarda è l'emblema più rappresentativo del tema in questione. A chiusura della tavola rotonda, Luciano Alberti, eminente musicologo e regista teatrale, ha parlato dell'opera scelta per illustrare il tema del convegno: "Stella", una tipica storia a ottave della tradizione toscana della fine del Quattrocento, messa in scena ieri sera nell'ex Chiesa dei Gesuiti.