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Lunedì 10 Maggio 2010 - Libertà

Lucien Freud, pittore anticonvenzionale

Conferenza di Elena Sichel per il ciclo dedicato ai "Grandi artisti tra due millenni"

L'opera del pittore Lucian Freud, nella sua totale anticonvenzionalità, impossibile da racchiudere in facili etichette, è stata al centro della conferenza di Elena Sichel all'auditorium della Fondazione, nel terzo capitolo di un itinerario tra i Grandi artisti tra due millenni, preceduto dagli incontri su Balthus e Louise Bourgeois.
Classe 1922, nipote del padre della psicanalisi Sigmund Freud, un'infanzia trascorsa nella vivace Berlino tra le due guerre prima di rifugiarsi con la famiglia in Inghilterra per sfuggire alla persecuzione nazista, Lucian Freud proveniva da un ambiente culturale e sociale decisamente fuori dal comune. Da qui Sichel è partita per tracciare il ritratto di un artista che ha esplorato varie tematiche, focalizzando soprattutto il rapporto tra l'uomo e la donna, tra le persone e gli animali (specie i prediletti cani, come nel ritratto della prima moglie, del 1951-52, alla Tate Gallery), mettendo spesso al centro l'individualità irriproducibile di ciascuno. Una pittura che non abbellisce programmaticamente la realtà: «È come se volesse rappresentare l'anima nella carne, in un'accettazione completa di tutto ciò che fa parte della vita, senza dividere la fisicità dal sentimento» ha osservato Sichel.
Esemplificativi di questa concezione, il ciclo di lavori dedicati alla madre, colta dal pennello dell'artista anche sul letto di morte, fino ai ritratti dell'ultimo periodo, sempre frutto di lunghe sedute dal vero, con cui ha raffigurato il performer australiano Leigh Bowery o Big Sue, «una donna enorme, dalle forme felliniane, che diventa emblema di un concetto di bellezza non limitato alla perfetta silhouette». Sul possibile influsso esercitato dalla psicanalisi, Sichel ha evidenziato come «dopo Sigmund Freud niente è più stato uguale a come era prima, a livello conscio o inconscio, così come nell'arte la rivoluzione compiuta da Picasso, scomponendo la forma, ha cambiato il modo di rappresentare la realtà».
Con il famoso nonno, il piccolo Lucian condivideva «un'amicizia cementata dalle risate, dal divertimento». Sigmund Freud si recava periodicamente in Germania per le cure mediche, ospite del figlio Ernst Ludwig: «Il nonno incoraggiava il nipote, già appassionato dei fumetti di Max e Moritz e molto amante degli animali, a disegnare». Nel 1938 avvenne il ricongiungimento in Inghilterra, dove lo psicanalista morirà l'anno successivo, a Londra, la capitale in cui nel 1944 Lucian Freud debutterà nella prima personale. Sichel ha ricordato i legami di amicizia di Lucian con Frank Auerbach e con Francis Bacon, testimoniati dai reciproci ritratti. «Bacon influenzò lo stesso modo di dipingere di Freud, che cominciò a esprimersi con una pittura dalle pennellate più ampie».

ANNA ANSELMI

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