Lunedì 10 Maggio 2010 - Libertà
Il romanzo di formazione in Italia genere per ragazzi
Mortilla, in Fondazione per un ciclo di incontri ha spiegato la genesi di una "anomalia" letteraria
PIACENZA - Sono "sofferti passaggi" scanditi dalle tappe di una crescita dolorosa quelli delineati da Salvatore Mortilla nell'omonima rassegna dedicata al romanzo di formazione all'italiana che ha esordito all'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano con un incontro intitolato Il romanzo di formazione all'italiana.
«Ma ci sono notevoli differenze fra il Bildungsroman e il romanzo di formazione all'italiana» fa notare Mortilla all'inizio dell'incontro, «quest'ultimo vive una situazione a sé stante, perché declina il Bildungsroman nel romanzo per ragazzi».
Mortilla parte proprio dal contesto europeo e delinea il genere attraverso le definizioni di Franco Moretti e Vittorio Spinazzola: «Il primo individua un ambito temporale preciso» spiega il relatore, «il romanzo di formazione europeo si connota tra Sette ed Ottocento, nel periodo della modernità riconosciuta come rivoluzione permanente. Il tema della giovinezza diventa dunque espressione allo stato puro della modernità per il suo dinamismo e la sua instabilità». Spinazzola compie un ulteriore passaggio: il romanzo di formazione è sì rappresentativo della modernità, ma «è un archetipo dalle origini molto remote» da far risalire «al mondo delle fiabe e dei riti iniziatici» e soprattutto nel Bildungsroman il passaggio all'età adulta è problematizzato: «O si accetta il compromesso e la conseguente crescita sociologica come nel romanzo di socializzazione o ci si lascia avvolgere dal "complesso di Peter Pan" e la si rifiuta come nel romanzo di emarginazione» spiega Mortilla, «in ogni caso il protagonista si assume la responsabilità consapevole della scelta e cessa dunque di essere un ragazzo».
È questo il caso di romanzi come Gli anni di apprendistato di Wilhelm Meister di Goethe, Il rosso e il nero di Stendhal e L'educazione sentimentale di Flaubert: testi in cui il protagonista è un ragazzo che compie l'esperienza di crescita in una grande città ed è spesso costretto a riconoscere la perdita dell'autenticità causata dall'avvenuta (o meno) maturità.
Diverso è il discorso per il romanzo di formazione all'italiana esemplificato da Le confessioni di un italiano di Nievo, Pinocchio di Collodi e Cuore di De Amicis: i tre romanzi esprimono bene alcune caratteristiche del genere coniugato all'italiana, ossia l'innesto della tematica formativa sull'argomento storico (che risulta il vero protagonista), la formazione anticipata e de-eroticizzata e l'immaginario della metropoli come mondo festante dell'alienazione.
Partendo dunque dalla tesi di Guido Baldi, secondo cui in Italia il tema della formazione ricorre frequentemente ma non in forma pura, e proseguendo sulla linea espressa da Spinazzola e Giovanna Rosa, Mortilla arriva a identificare i tratti fondamentali del romanzo di formazione del Bel Paese: la ricerca della propria identità, la parabola narrativa che si ferma al limine della maturità, la crescita che si misura con la scoperta del sesso e delle relazioni economiche, il confronto difficile con le figure parentali e la dialettica dentro/ fuori.
Il prossimo appuntamento è in programma mercoledì in Fondazione con l'analisi di Agostino di Moravia.
Betty Paraboschi