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Martedì 12 Ottobre 2004 - Libertà

Fonti di energia rinnovabili: si parte dalle piccole caldaie

Nell'ex centrale emilia

Il "laboratorio per le fonti di energia rinnovabili" dovrebbe trovare la sua sede naturale nell'ex centrale elettrica Emilia, spiega Stefano Consonni, responsabile del progetto che fa capo al Politecnico di Milano. Questi spazi, attualmente, sono in uso alla società Siet, ma c'è già un accordo per destinare parte dei locali al laboratorio, e sono in corso trattative con Edipower. I filoni su cui lavorerà sono quattro: la generazione di energia termica, la generazione di elettricità da fonti rinnovabili come biomasse o rifiuti, gli impianti nucleari avanzati e gli impianti a ridotte emissioni di anidride carbonica. Insomma, fronti d'avanguardia con il doppio filo conduttore di impianti avanzati a ridotto impatto ambientale. Sul progetto è stato chiesto alla Regione un milione di euro, pare che ne arriveranno 850 mila. Un altro milione e 250 mila euro sono già garantiti dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano. Andrà avviato un consorzio che vede anzitutto impegnati il Politecnico e la società piacentina Groppalli, per la quale nasce la prima grande iniziativa sperimentale del laboratorio, vale a dire attività di misurazione per piccoli generatori di calore, le caldaie domestiche che hanno bisogno di certificazioni particolari alla luce delle nuove normative internazionali. E si sa già che Groppalli mette a disposizione un grande "banco-prova" . I tempi? Consonni parla della prima metà 2005 per l'avvio. C'è poi l'interessamento di Airu, l'Associazione italiana per riscaldamento urbano e tra gli scopi c'è quello di realizzare una prima piccola rete di teleriscaldamento cittadino. Il laboratorio, per ora, si fonda su una durata triennale, e prevede nel primo anno 6-10 operatori, una struttura snella, anche se il lavoro già non manca. Tutte e quattro le aree rientrano nel piano dell'area strategica "energia" del Politecnico, approvato dal senato accademico e che si traduce nella disponibilità di tre ricercatori in partenza, per arrivare a nove. Ora si cercano collaborazioni con altri enti di ricerca e aziende operanti nel Piacentino e non solo, perché il laboratorio cerca una dimensione regionale.

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