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Venerdì 2 Aprile 2010 - Libertà

«Prokofiev, genio tra due mondi»

Il compositore Landini in conferenza alla Fondazione

piacenza - «Con questo intervento vorrei dare un'idea di chi fosse Prokofiev e del suo tempo», così Carlo Alessandro Landini, docente di composizione al Conservatorio Nicolini, ha introdotto in Fondazione la conferenza-concerto dal titolo "Tra vecchio e nuovo mondo: Sergej Prokofiev".
E sui flussi migratori degli intellettuali, tra America e vecchia Europa, nei primi decenni del Novecento si è soffermato Landini per cercare di capire le influenze reciproche. Fra questi Prokofiev diviso tra la scrittura filo occidentale e la tradizione russa autoctona. Le influenze di Debussy e Ravel aleggiavano in Prokofiev fondendosi sul fantasma autoctono della Russia precristiana. Landini ha illustrato la situazione storica in cui ha vissuto Prokofiev raccontando aneddoti della vita, era un eccellente giocatore di scacchi, e descrivendone il carattere: «Il critico musicale Piero Rattalino descrive Prokofiev come una personalità difficile - ha riferito Landini - e azzarda il paragone tra Prokofiev e Mozart, entrambi imprevedibili, bizzarri, spigolosi, dei ragazzi viziati».
Dell'arte pianistica di Prokofiev Landini ha sottolineato la componente atletica, altamente spettacolare: «Tutte le Sonate sono un campionario di virtuosismo, si può parlare di pianismo muscolare: per eseguire Prokofiev ci vogliono dita d'acciaio».
La pianista coreana Kim Je Eun ha testimoniato queste peculiarità attraverso l'esecuzione a memoria di due opere per pianoforte.
Dalle Visions Fugitives op. 22 ha proposto sei piccoli pezzi da suonare durante le feste: «Sono fogli d'album, scorrono via come l'ambrosia» ha spiegato Landini..
La Sonata n. 6 in La maggiore op. 82 è un grande affresco: complessa, articolata, poderosa. Definirla in "La maggiore" è assai riduttivo poiché attraversa differenti tonalità per concludere in una convenzionale e rassicurante tonalità in maggiore. L'estetica della civiltà industriale della Russia della Rivoluzione d'ottobre, della retorica del lavoro, del meccanicismo, del funzionalismo sono evidenti in questa Sonata e bravissima Kim Je Eun, con una tecnica d'acciaio, nel manifestare questa scrittura. La musica, come ha suggerito Landini, evoca gli automi del film Metropolis di Fritz Lang. La Sonata fu eseguita per la prima volta in radio dallo stesso Prokofiev e dopo alcuni giorni, il 24 novembre 1940, dal vivo dallo stimato amico il pianista Sviatoslav Richter. Maestoso e trionfale l'"Allegro moderato", spiritoso l'"Allegretto", mesto e malinconico il "Tempo di valzer lentissimo", trascinante e rapinoso il "Vivace". La Sonata n. 6 divenne popolare solo a partire dagli anni '60, grazie alle incisioni ed esecuzioni europee di Sviatoslav Richter.

Lea Rossi

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