Sabato 1 Maggio 2010 - Libertà
Lontani da Piacenza, ma aiutati da noi
Martedì 4 maggio, alle 17,30, all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, in via S. Eufemia 12, verrà presentato il documentario "Lontano da noi" di Silvano Tinelli e Valter Sirosi del Cineclub Piacenza con la collaborazione di Gianluigi Ruzzenenti. E' un documento su un pezzo di India aiutato dai piacentini. Un viaggio nello Stato del Karnataka dove, grazie a padre Angelo Marcandella, di Castellarquato, da anni Piacenza aiuta gli asili, le scuole e le strutture sociali di una delle zone più povere dell'India. Il documentario offre una testimonianza diretta dal subcontinente indiano e l'impegno delle associazioni a favore delle minoranze e dei bambini indiani
di GIUSEPPE CURALLO
Silvano Tinelli e Valter Sirosi, videomakers del Cineclub Piacenza, sono volati in India. Chi li ha spinti in quello smisurato paese non è stato l'amore per i viaggi turistici, ma una missione specifica: visitare e filmare alcune località ove bambini senza nessuno e poverissimi vengono accolti, sfamati ed educati grazie ad una organizzazione internazionale cristiana.
Ispiratore del viaggio Padre Angelo Marcandella religioso della congregazione dei Sacri Cuori di Gesù, nato in Belgio e, parroco della frazione S. Antonio in Costa Orzata di Castell'Arquato, un religioso, a ben guardare, poco conosciuto nel Piacentino per le attività svolte. A quasi 80 anni, non si limita a gestire le anime di quella piccola frazione del piacentino, ma è impegnato come Presidente di un organismo con orizzonti internazionali che ha ora sede a Ferrara, ma ha operato anche in tutto il mondo, dove un progetto possibile porta aiuto e sviluppo ai più deboli.
Si tratta dell'I. B. O. Italia-Associazione Italiana Soci Costruttori, con sede in via Montebello 46 a Ferrara. Organismo non governativo, opera dal 1957 nel settore della cooperazione in Italia, in Europa e nei Paesi in via di sviluppo; riconosciuta dal Ministero degli Affari Esteri, ha acquistato lo status di ONG ed è membro del comitato di coordinamento del servizio civile presso l'UNESCO dal 1957.
La principale attività dell'IBO (acronimo di Internationale Bouworde) è di formare giovani attraverso esperienze di lavoro presso istituzioni e comunità che svolgono attività di accoglienza, allo scopo di favorire lo sviluppo e la crescita sociale ed economica delle località più povere e comunque bisognose. I giovani volontari di tutte le nazionalità vengono reclutati per prestare gratuitamente la loro opera di lavoro (fisico e/0 intellettuale) secondo le proprie attitudini. Vivono così un'esperienza di vita comunitaria, lavorando assieme a ragazzi di diversa nazionalità su progetti di case di accoglienza, scuole, mense in zone spesso perdute e dove la povertà, la fame, le condizioni di estremo disagio lo richiedono.
Padre Marcandella, da S. Antonio di Castell'Arquato, segue i progetti di cooperazione e le adozioni a distanza. A malincuore non viaggia più come un tempo per vedere, verificare, seguire l'esecuzione dei progetti, per conoscere da vicino i religiosi ed i vari volontari occupati nei cantieri, per guardare negli occhi i tanti poveri, soprattutto bambini ai quali è stato dato un tetto, del cibo, la possibilità di imparare a leggere e scrivere, di curarli da malattie talvolta implacabili.
I suoi acciacchi da ottantenne non gli permettono più di portarsi come un tempo in paesi lontani per verificare i risultati delle attività di sostegno della sua I. B. O. Come ha fatto tre anni fa in India, quando il Cineclub Piacenza lo seguì per filmare gli slums e il lebbrosario di Mumbai, o per visitare i bambini (orfani o abbandonati) di Nehru Nagar a Mangalore. E l'operatore di allora del Cineclub difficilmente dimenticherà il commosso saluto dei bambini di quel villaggio a Padre Angelo, con ghirlande, canti ed una magnifica festa organizzata per lui.
L'instancabile religioso, quest'anno, ha voluto verificare l'andamento dei progetti in corso e "rivedere" alcune zone dell'India ove sono stati realizzati significativi progetti dell'I. B. O. E l'ha fatto attraverso due videomakers del Cineclub Piacenza, incaricandoli di raggiungere quei posti lontani per testimoniare con le immagini quanto è stato realizzato.
L'obiettivo finale è stato quello di realizzare un video a larga diffusione, per far conoscere le realtà povere dell'India, per divulgare il messaggio dell'I. B. O ai giovani, invitandoli ad una esperienza di lavoro, volontario e gratuito in progetti a favore di chi nel mondo si trova nel bisogno.
L'incarico è stato affidato a Silvano Tinelli e Valter Sirosi. E la scelta non poteva essere più appropriata. Il primo autore e regista di preziosi documentari (fra i più noti I Musei di Palazzo Farnese e Il Collegio Alberoni di Piacenza, ecc.), e volontario della Caritas Diocesana di Piacenza); Sirosi, autore di documentari naturalistici e di video di contenuto sociale come I figli del Vento, La Gara del Cuore, Pietre verso il Cielo, ecc.
Così Silvano Tinelli e Valter Sirosi il 2 dicembre scorso, armati di cavalletti e telecamere, solo volati in India, con un aereo che li ha portati per prima a Bangalore capitale dello stato del Karnataka, una città caratterizzata da una elevata densità di popolazione e di industrie; con una circolazione caotica, ove auto e moto circolano mischiati a carri trascinati da coppie di buoi. Ma la prima destinazione è l'Aloysian Boys Home di Nehru Nagar (Kotekar), a pochi chilometri da Mangalore, dove giungono dopo un avventuroso viaggio notturno di oltre 12 ore a bordo di un servizio pubblico di ‘autobus con cuccette' (vecchio e sgangherato pullman) che percorre 370 km di strade ‘cercando' tutte le buche del percorso.
Ad accoglierli Mr. Marian D'Souza (ex ospite dell'orfanotrofio ed ora autista) che con una jeep li porta a Nehru Nagar, il villaggio ove è stato realizzato un importante progetto a favore dei bambini denominato Aloysian Boys Home promosso 30 anni fa dall'IBO.
Il progetto ha lo scopo di dare una casa ed un piatto di cibo a bambini orfani o che nessuno vuole, e dar loro un'istruzione ed infondere fiducia in se stessi e nel loro futuro.
I bambini vengono accolti in "cottage", piccole casette ove alloggiano in gruppi, vengono condotti in una scuola vicina e sono attivissimi sia in attività scolastiche che in attività sportive e ricreative. Il complesso viene gestito dai Padri Gesuiti e dalle suore di Maria Bambina. Padre Leo D'Souza, intervistato dai due videomakers piacentini, si dichiara orgoglioso del lavoro svolto dall'istituto, dal quale sono usciti da adulti circa 250 ragazzi Molti di loro hanno completato gli studi nel ramo dell'informatica, del commercio e dell'educazione, raggiungendo soddisfacenti obiettivi di successo lavorativo.
Nel villaggio, ancora con le casette del progetto originale, sono ospitati 92 maschi e 12 bambine.
Una triste realtà locale: la presenza di lebbrosi, ora raccolti in lebbrosario che Tinelli e Sirosi visitano, trovando persone provate ma sostenute da incredibile dignità; una serie di abitazioni porta la targa di un donatore della val d'Arda, costruite da I. B. O. ed ancora perfettamente funzionali assieme alla scuola per i figli degli ospiti.
Dopo tre giorni si effettua un secondo spostamento a Mundgod, a 370 Km da Bangalore, sempre nello stato del Karnataka. A Mundgod i Gesuiti gestiscono un L. V. K. (centro di azione sociale) dove i nostri inviati soggiornano. Il ‘centro di azione sociale' gestisce 97 Balwadi, piccoli ostelli, localizzati nei villaggi della zona dispersi nella foresta, fornendo una cuoca, una insegnante, norme igieniche, materiale didattico e cibo (riso). I piccoli ostelli servono per dare assistenza ad etnie fuori casta, non accettati nella società.
Uno di questi gruppi sono i Siddies, di origine africana - discendenti dagli schiavi che i portoghesi portarono nel piccolo stato di Goa - che fino a 30 anni fa vivevano isolati nella foresta.
Nei villaggi il tasso di analfabetismo raggiunge il 95 per cento della popolazione in età scolare. E in questa zona sono affluiti volontari dell'IBO che hanno costruito apposite capanne/scuola per i bimbi dei vari villaggi disseminati nella giungla.
I due videomakers, con una jeep e con la guida di padri gesuiti che gestiscono le varie realtà, visitano alcuni di questi villaggi: Bynalli, Ugginkeru, Nyasarghi, Lamanitanda, Sirgeri, Dasartathkoppa ed altri ovunque filmando, raccogliendo interviste e testimonianze su un mondo a noi lontano, ove sofferenze si mischiano a volontà di sopravvivere e di conquistare nuove mete di civiltà e di progresso.
Trascorsi tre giorni i due piacentini si spostano a Manvi/Pannur (altri trecento Km in autobus notturno) Pannur è a 18 Km dal villaggio principale di Manvi, nel Distretto di Raichur, nello Stato di Karnataka (Sud dell'India). Ci vivono una popolazione di 1.800 persone, in maggior parte di religione musulmana e indù. Gli abitanti sono dalits, cioè esclusi dal sistema indiano delle caste. Tra essi i più oppressi sono i bambini e le donne alle quali tocca il lavoro più gravoso.
Pannur è stata colpita il 2 ottobre scorso da una violenta inondazione che ha causato 206 morti e la distruzione totale di 15 villaggi, la popolazione vive ora in tende improvvisate in mezzo a campi di cotone. Il 15 dicembre rivive una nuova Betlemme: nel campo si onora la Nascita del Bambino, anche questo senza casa in attesa di un aiuto non certo.
Il trasporto pubblico qui è quasi inesistente, non esiste il telefono né l'assistenza medica. La maggior parte della popolazione vive di lavoro giornaliero nei campi di ricchi proprietari. Durante la stagione delle piogge, quando non vi è possibilità di lavorare, la gente emigra negli stati vicini. Molto spesso i bambini vengono lasciati nel villaggio con qualche parente o anche da soli.
I padri gesuiti anche qui sono presenti con cottage/scuola ove insegnano norme igieniche, grammatica e offrono un poco di riso.
Manvi ospita invece una sorprendente sfida che i padri gesuiti hanno ingaggiato, realizzando la ST. Xaviers' School di Loyola Nagar, Raichur Road, Manv. Si tratta di una ‘città degli studi' con elementari, scuola ‘media in lingua Inglese'e corso superiore preparatorio per l'università che accoglie oltre 1.000 studenti provenienti da 53 villaggi.
Tutti gli studenti sono Dalits (fuori casta). I Gesuiti sognano in grande ed hanno in cantiere una università solo per i fuori casta!
La I. B. O. supporta le iniziative di Mundgod, Pannur e Manvi con 319 ‘adozioni a distanza' e contributi a progetti diversi.
I nostri inviati del Cineclub soggiornano tre giorni a Manvi e poi visitano il sito archeologico di Hampi. Stupenda testimonianza del regno di Vijanagar, capitale di uno dei più importanti regni Indù, sconfitto e dimenticato dopo il 1500. Ospita testimonianze straordinarie del periodo ed il tempio di Virupapaksha dedicato a Shiva frequentato ancora da fiumi di fedeli provenienti da tutta l'India.
Mariangela Milan assistente Turismo responsabile I. B. O., Antonio Osele, Silvano Tinelli e Valter Sirosi rientrano il 17 dicembre 2009, con il bagaglio di stupende immagini e di documentazione registrate in molte ore di filmato. Riprese bellissime, ma che non riusciranno ad esprimere appieno le intense emozioni suscitate da quel mondo che colpisce per la povertà estrema di tanti esseri umani e per lo spirito di sacrificio e l'abnegazione dei volontari.
Ricordano le innumerevoli difficoltà incontrate: nei lunghi viaggi su pulmans senza confort, le problematiche con la polizia, (sono vietate le riprese video di palazzi pubblici, ponti, stazioni e porti); il difficile adattamento con il cibo locale, la stanchezza accumulata per le lunghe ore di attesa e la fatica per le riprese più difficili realizzate sempre con cavalletto e tanti problemi. E non ultimi, racconta Sirosi, i rischi corsi come ad esempio quello di un cobra che, si è avvicinato pericolosamente ad un ignaro Tinelli tutto intento a filmare un tempio.
I disagi tuttavia sono stati compensati dalla raccolta di una documentazione importante per l'IBO e Padre Marcandella, a testimoniare che i progetti realizzati vivono ancora, mentre i progetti in corso sono un reale e documentato aiuto verso queste popolazioni. Hanno, alla fine, verificato il buon uso degli aiuti inviati.
Il disagio e l'impegno ha permesso di realizzare un documentario spettacolare, dalle stupende immagini e che verrà fatto conoscere ai piacentini attraverso gli schermi di Telelibertà.
E' già stato assegnato il titolo: "LONTANI DA NOI" per designare la notevole distanza dal nostro mondo, non solo geografica, ma di costumi, di concezione della vita, di situazioni di disagio e di povertà estrema inconcepibile per tutti noi e che impone profonde riflessioni.