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Venerdì 30 Aprile 2010 - Libertà

Marazzi: ex Enel tutto per l'arte

«Basta con i progetti che non vanno avanti»

In attesa di festeggiare i vent'anni dalla nascita, nel 2011, la Fondazione di Piacenza e Vigevano non fa mancare al territorio il prezioso sostegno annuale - mai eroso anche nei momenti più altalenanti - che si aggira sui 7milioni di euro e altrettanti ne annuncia per l'anno prossimo. Ottima la tenuta-incremento del patrimonio pur sottoposto ad un pesante assalto per un investimento andato malissimo (vd. sotto).
Il tema d'attualità, oggi, per la Fondazione è una spiccata sensibilità sui progetti che la riguardano. Prendiamo palazzo ex Enel, acquistato otto anni fa ma in parte conteso alla destinataria naturale, la Galleria Ricci Oddi, molto compressa negli spazi. Si sono fatti avanti gli Amici dell'Arte ai quali non dispiace un intero piano nell'ex Enel in cambio dei loro locali (e potrebbero bloccare la realizzazione del passaggio diretto con la galleria), ma anche il Conservatorio Nicolini che reclama spazi bibliotecari.
Su questo punto Marazzi ieri, presentando i conti alla stampa, ha spazzato via ogni ombra di dubbio: «Palazzo ex Enel? Nel 2002 fu conteso da tutti, mi sono riguardato la rassegna stampa, ma per noi la questione è risolta da quando cinque anni fa abbiamo affidato il progetto di recupero, il palazzo è destinato alla Ricci Oddi che triplica. E ci costerà molto. E il nostro interlocutore è solo il Comune che garantirà una gestione da 500mila euro l'anno alla galleria. I problemi sono di altri».
E qui il presidente scocca la freccia: «Ecco perché in questa città non si conclude mai niente, perché c'è sempre chi entra a gamba tesa, come nel calcio, per far cadere gli avversari». Tagliente il commento per la scuola media Nicolini collocata nel San Vincenzo a spese della Fondazione (1milione e 640mila euro): per soddisfare le richieste e per evitare una sistemazione che avrebbe richiesto agli alunni di percorrere cento metri in più, si è ristrutturato il San Vincenzo, «dimenticando che il Conservatorio intanto cadeva a pezzi».
Altro bene di grande peso per la comunità è l'area di Santa Chiara, 11mila metri quadrati dove vivono quattro donne soltanto alla luce del vincolo di accoglienza che dura sino al 2065. Marazzi aspetta che si arrivi alla famosa legge dello Stato per trasferire il vincolo dal comparto del Santa Chiara al palazzo dei Gesuiti, dove sono già pronti dieci «stupendi» bilocali arredati per le ospiti del Santa Chiara. «Ma anche qui il progetto non va avanti». Si spera nell'azione dei parlamentari. L'area di Santa Chiara nel cuore della città, fra Stradone Farnese e Vicolo Edilizia, ha un grande valore. La Fondazione vorrebbe forse vendere per dar slancio ad interventi remunerativi per l'istituto e quindi per i piacentini. Al momento ci sono solo costi per puntellare e manutenere al minimo le strutture.
Erogazioni Nel capitolo "erogazioni" che riassumiamo nella tabella sopra, ci sono molti dati interessanti. Per esempio l'alto numero di domande: 500 ricevute nell'anno passato, delle quali 321 sono state accolte. La progettualità è fortissima, sottolinea Marazzi, ma arriva di tutto sulle scrivanie della Fondazione: progetti che hanno senso e altri molto meno. Un esempio: su 188 domande per arte e attività culturali, ne sono state accolte solo un centinaio.
In quanto ai progetti di respiro, il 33 per cento degli impieghi sono sul fronte pluriennale (2milioni e 200mila euro), poi ci sono i progetti annuali ricorrenti (1milione e 400mila euro) che riguardano campi come teatro, politecnico, università.

Patrizia Soffientini

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