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Sabato 27 Marzo 2010 - Libertà

«Sono un francese, nel ritmo e nei colori»

Parla il direttore d'orchestra Denève che stasera al Municipale dirige la "Toscanini"

piacenza - Stasera alle 20.30 al Teatro Municipale si esibirà la Filarmonica Arturo Toscanini diretta dal francese Stéphane Denève. L'appuntamento rientra nella Stagione concertistica 2009/2010, curata dalla Fondazione Arturo Toscanini.
Oggi riconosciuto a livello internazionale come uno dei più validi direttori d'orchestra della sua generazione, il maestro Denève, è alla sua terza stagione come direttore musicale della Royal Scottish National Orchestra.
Denève ha inoltre diretto alcune delle più importanti orchestre del mondo e dirigerà al San Carlo di Napoli Manon Lescaut e debutterà alla Scala con una nuova produzione del Faust di Gounod.
Maestro, quale rapporto tra Stravinskij, Rimskij-Korsakov e Dukas, in programma nel concerto al Municipale?
«Il programma in effetti prende spunto dall'idea dell'espressività e dei "colori" che appartengono all'orchestra, nel rapporto che lega Stravinskij a Rimskij -Korsakov. Sarà interessante ascoltare due pagine mirabili (L'uccello di fuoco e Shéhérazade) di entrambi, eseguite insieme. C'è molta danza, specialmente in Stravinskij, e si leva una bellezza esplosiva... E' incredibile pensare all'epoca in cui compose la Suite. C'è poi Dukas, del quale sarà proposto il poema coreografico La Peri, poco eseguito».
Ce ne parli.
«La caratteristica principale è l'originalità dell'orchestrazione. Il brano è formato da un tessuto esotico incredibile, in cui sono presenti ricchissime colorature e per me questa musica è una vera magia. Per lo stesso motivo che le dicevo prima, con Stravinskij e Rimski-Korsakov, Dukas completa un trio interessante».
Lei dirige anche molte opere liriche.
«Io amo l'opera! L'opera ha per me un fascino particolare. Credo, essendo francese, di poter dare un senso molto particolare alle opere che dirigo, così come al repertorio sinfonico».
Per esempio?
«Intanto, sono francese... nessuno è perfetto! Lo dico scherzando, ma è un detto. Certo, è indubbio che io sia molto francese. E' qualcosa che esprimo, che il pubblico percepisce: nei colori, nel ritmo, nella leggerezza. Questo sangue francese che scorre nelle mie vene lo porto in giro, è un "marchio", così come lo è quello italiano, a proposito di opere liriche. Verdi diretto da un italiano è un altro Verdi».

Eleonora Bagarotti

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