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Domenica 28 Marzo 2010 - Libertà

Rossi: «Mistero buffo per migliorare la vita»

Martedì per la Prosa al Teatro Municipale
la reinterpretazione dello spettacolo di Fo

piacenza - Paolo Rossi interpreta il capolavoro del Premio Nobel per la Letteratura Dario Fo, in una rilettura libera e giocosa. Fresco di debutto - avvenuto a Cesena il 9 marzo scorso - arriva a Piacenza Mistero buffo (P. S: nell'umile versione pop) , in scena al Municipale nell'ambito del cartellone Altri percorsi della stagione "Tre per te", organizzata da Teatro Gioco Vita e diretta da Diego Maj, martedì 30 marzo alle ore 21. Lo spettacolo, coprodotto da La Corte Ospitale e la Compagnia del Teatro Popolare, in collaborazione con la Fondazione Giorgio Gaber, ha come protagonista Paolo Rossi, anche autore della drammaturgia, accompagnato in scena da Emanuele Dell'Aquila, che interpreta dal vivo le musiche di cui è autore; regista è Carolina Della Calle Casanova, anima della giovane e interessante compagnia BabyGang, con cui Rossi da tempo collabora nell'ambito di un percorso laboratoriale itinerante, incentrato sull'indagine delle nuove forme di teatro popolare.
Nel suo Mistero buffo, nel celebrare l'opera teatrale che rivoluzionò la storia del teatro popolare in Italia e nel mondo, Rossi offre una rivisitazione aggiornata dei Misteri che raccontano la nostra epoca, recuperando le radici profonde del teatro popolare, i lazzi, i vecchi meccanismi d'improvvisazione, gli sketch, i trucchi del mestiere, le storie e i canovacci e confrontandoli con i nuovi linguaggi della creatività e della sperimentazione.
Presentato per la prima volta come giullarata popolare nel 1969 e allestito oltre cinquemila volte in tutto il mondo, Mistero buffo è un monologo che rilegge in chiave buffonesca i misteri religiosi e si svela nella peculiarità del linguaggio, un mix linguistico fortemente onomatopeico nel quale riecheggiano le sonorità dialettali del Nord Italia: il grammelot.
In questa rilettura dichiaratamente pop, la narrazione drammaturgica viaggia su due percorsi paralleli: i racconti di Fo e quelli, inediti, di Rossi. La prospettiva del racconto è sempre quella della povera gente, gli umili, «gli unici protagonisti veri del buono e del cattivo tempo della nostra società di ieri e d'oggi», afferma Rossi, che nello spettacolo attualizza la figura del giullare medievale, interprete del malumore del popolo verso i detentori del potere.
«Non potendo Dario né imitarlo né copiarlo, né fingere d'essere altro da me - spiega Rossi - sarà un viaggio che spero con le repliche il pubblico migliori, così come fece, mi disse Dario, con il suo Mistero. Essendo questo mio lavoro anche frutto della mia ricerca sul nuovo Teatro Popolare, metto questo spettacolo finora a disposizione di chi ancora sogna, lotta e ha voglia di cambiare».
La partecipazione attiva del pubblico è un elemento fondamentale di questo spettacolo, come sottolinea anche la regista Carolina Della Calle Casanova: «Una nave, un palco alla Commedia dell'Arte, un musicista e un tavolino. Per quelli che hanno visto la versione di Dario, si spera che la nostalgia non sovrasti la partecipazione. Per quelli che come me non hanno avuto questo enorme privilegio, gli eroi del martedì grasso assieme al povero Cristo saranno una visione. La scena, però, si presenta con il vecchio sapore del mare d'inverno e un bambino che chiede ingenuamente alle onde quanti anni ha il mondo dove gioca».

Chiara Merli

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