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Venerdì 12 Marzo 2010 - Libertà

«Così si possono sostituire parti del corpo»: Leporini sulle "Nanocose" in Fondazione

piacenza - Nano (simbolo n): prefisso che nel Sistema internazionale delle unità di misura significa 10-9 (alla meno nove) ed è oggi sempre più diffuso in vari ambiti per realizzare microcongegni. Come illustrato da Dino Leporini nella conferenza "Nanocose: sviluppare, manipolare e utilizzare nuovi oggetti in un miliardesimo di metro", moderatori Giorgio Macellari e Teresa Rulfi Sichel, primo appuntamento con "Le nuove frontiere della scienza", seconda parte dei Mercoledì della scienza 2009-10, organizzati da "Amici del liceo Respighi - Dipartimento di matematica e fisica del Respighi" con Fondazione di Piacenza e Vigevano. Leporini, docente all'Università di Pisa, ci ha anticipato le ultime applicazioni delle nanocose.
Come si è arrivati alle nanotecnologie?
«Sono state il risultato naturale di ricerche svolte per studi sulla scala del nanometro. E' una scala di lunghezza interessante, non è la scala microscopica tipica degli atomi, non è nemmeno la scala macroscopica dei sistemi che conosciamo. E' una scala intermedi, prima mancava la strumentazione per osservarla. Un passaggio importante è stata la realizzazione di forme di microscopia a scansione che ne hanno permesso la visualizzazione. Sono microscopi particolari che hanno permesso di indagare certe strutture e sulla stessa scala sono state sviluppate nuove tecniche di manipolazione prendendo porzioni di molecole. Prima osservazione, poi manipolazione, infine assemblaggio».
Quali sono le attuali e più importanti applicazioni?
«Riguardano soprattutto la biologia per la possibilità di realizzare parti sostitutive del corpo umano (valvole cardiache) o la ricostruzione di tessuti "biomimetici" con caratteristiche di sintesi e non soggetti a forme di rigetto. Poi per la nanomeccanica strumenti, ingranaggi, motorini… che operano su scala nanometrica. Quindi l'elettronica dove c'è la necessità di ridurre le dimensioni di tutti i dispositivi per concentrare potenza di calcolo o quanta più memoria possibile. Pensiamo soltanto alla telefonia cellulare, ai video da scaricare».
Nell'immediato futuro invece?
«Come possibili sviluppi si potrebbero citare il dosaggio dei farmaci ai pazienti in maniera controllata con un nanotubo attraverso il quale si possano introdurre i farmaci. E poi l'isolamento dei monumenti da agenti inquinanti: travertini e marmi infatti possono essere intaccati da piogge acide o quant'altro. Sono state sviluppate membrane in grado di selezionare ciò che viene a contatto con marmo e travertino filtrando l'atmosfera e non gli agenti. Devono cioé isolare i monumenti permettendogli di respirare».
Prossimo appuntamento mercoledì 17 con il piacentino Lucio Rossi del Cern di Ginevra.

Fabio Bianchi

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