Mercoledì 24 Febbraio 2010 - Libertà
Peppone, Don Camillo e la cucina della Bassa
Venerdì al "Filodrammatici" torna l'iniziativa "A teatro con gusto" tra enogastronomia e cultura
piacenza - Culatello, anolini e il cappello del prete. Ma non quello di don Camillo, anche se il personaggio nato dalla fervida fantasia di Giovannino Guareschi non può mancare, almeno idealmente, al secondo ed ultimo incontro della rassegna A teatro con gusto, organizzata nel Teatro dei Filodrammatici dal Comune di Piacenza, da Teatro Gioco Vita, dal Municipale e dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano in collaborazione con l'istituto "Raineri-Marcora". L'appuntamento è venerdì, alle 20, al "Filo" con la serata dedicata a Il maiale e la cucina della Bassa: Peppone e don Camillo a tavola; in programma è non solo una parte enogastronomica, riservata dunque alla degustazione e agli assaggi di alcuni piatti tipici della tradizione culinaria della Bassa Padana accompagnati dai vini del territorio, ma anche un momento dedicato alla cultura con la presentazione del libro Nella dispensa di Don Camillo. L'oste Giovannino Guareschi e la cucina della Bassa (Guido Tommasi Editore) di Enrico Sisti, Andrea e Giorgio Grignaffini. L'evento, che vedrà la partecipazione di Ermes Frizzi e Andrea Grignaffini, sarà presentato da Giancarlo Spezia dell'Università Cattolica di Piacenza; la serata inizierà con una dimostrazione della preparazione della deliziosa pistà ad grass e andrà avanti con una cena, allestita sul palcoscenico del Teatro dei Filodrammatici, che prevede culatello tipico prodotto con il metodo tradizionale, i classici anolini in brodo, il cappello del prete con salse, la torta sbrisolona.
È il maiale a farla da padrone in questo ultimo appuntamento della rassegna A teatro con gusto, che è stata particolarmente apprezzata anche nel corso della prima serata dedicata alla cucina invernale dell'Appennino genovese e al libro di Giovanni Rebora Tagli scelti. Scritti di cultura materiale e gusto mediterraneo (Slow Food Editore); l'iniziativa nasce da un'idea di Spezia e Diego Maj di mescolare l'apprendimento della preparazione pratica di un piatto con la sua collocazione nella storia, fino al piacere finale del suo consumo. Il tutto da svolgersi sul palco di un teatro, il "Filo" ovviamente, per rivelare la profonda analogia che in fondo lega la tavola alla scena teatrale: entrambi sono luoghi in cui la mente o il corpo si ritemprano, complementari rifugi dell'Essere che è possibile, e seducente, far convivere. Ecco come nasce A teatro con gusto, una rassegna in cui ognuno diviene spettatore ed attore di una rappresentazione singolare, che si svolge sul palco, ma anche in tavola.
Betty Paraboschi