Sabato 20 Febbraio 2010 - Libertà
Stasera il grande trombettista e il suo ensemble aprono il festival con l'omaggio al grande compositore, poi Dopofestival al Milestone
spazio rotative
«Di George Gershwin ce n'è uno solo: nessun altro autore di standard, secondo me, si può paragonare a lui». Parola del grande trombettista Enrico Rava, il jazzista italiano più famoso nel mondo. Stasera alle 21.15, allo spazio Le Rotative di via Benedettine 68, Rava inaugurerà l'edizione 2010 del Piacenza Jazz Fest (il festival jazz organizzato dal benemerito Piacenza Jazz Club presieduto da Gianni Azzali, con Fondazione di Piacenza e Vigevano,
Comune, Provincia, Regione, Comune di Fiorenzuola, Editioriale Libertà e sponsor privati) con uno spettacolo la cui tournée, appena iniziata, è già uno dei grandi eventi jazz dell'anno.
Parliamo di Rava suona Gershwin, un concerto-tributo all'immortale compositore americano in cui Rava, diviso fra tromba e flicorno, sarà alla testa di una piccola orchestra fatta di nove, sceltissimi elementi: oltre al leader, Francesco Fratini (tromba), Mauro Ottolini (trombone e tuba), Daniele Tittarelli (sax alto e soprano), Dan Kinzelman (sax tenore e arrangiamenti), Marcello Giannini (chitarra), Giovanni Guidi (piano), Stefano Senni (contrabbasso) e Jeff Ballard (batteria).
«Suoneremo - spiega Rava - le più famose melodie di Gershwin: canzoni come The man I love, brani dall'opera Porgy and Bess come I loves you, Porgy. Eseguiremo anche una piccola suite tratta da Rapsodia in Blu, in cui i temi della composizione di Gershwin saranno intervallati da passaggi d'insieme che, invece, sono farina del nostro sacco».
Non deve essere facile riuscire a ricavare qualcosa di nuovo da brani con cui tutti i jazzisti si cimentano.
«Non temiamo la sfida: siamo tutti musicisti con una personalità forte. In Rava suona Gershwin c'è tanto Gershwin, ma c'è anche molto Rava».
Lei è il maggiore talent-scout del nostro jazz: chi le piace, tra i giovani jazzmen italiani?
«Mi piacciono molto Daniele Tittarelli, Mauro Ottolini…».
Insomma, quelli che suonano con lei.
«Non è che mi piacciano perché suonano con me: li ho chiamati a suonare con me perché mi piacciono! Ma tra i ventenni d'oggi ci sono tanti grandi talenti da tenere d'occhio. C'è un pianista di Salerno, Julian Mazzariello, che è veramente straordinario: fa paura da quanto è bravo, ma non è tanto conosciuto in giro, perché è difficile "portarlo via" dalla sua città. Poi c'è il pianista fiorentino Alessandro Lanzoni, che ha solo 17 anni, ma è fantastico. C'è Dino Rubino, siciliano, eccezionale sia alla tromba sia al pianoforte. La nuova generazione italiana ha molti nomi da tenere d'occhio».
Il jazz in Italia è, purtroppo, un genere "per pochi". Eppure lei, fra tanti successi, ha avuto anche la "prova di notorietà" per eccellenza: essere parodiato in tv. E' accaduto quando Fiorello si è inventato il personaggio del jazzista "Fava", che faceva il verso a lei fin dal nome. Che effetto le ha fatto quella parodia?
«Io mi sono divertito moltissimo, anche perché ammiro molto Fiorello. Era dall'epoca di Walter Chiari che non vedevo un intrattenitore così bravo: poi sa fare tutto, sa cantare benissimo, è molto musicale. Tra l'altro, dietro quella parodia c'è una storia divertente».
Ce la racconti.
«Tutto cominciò quando fui invitato come ospite, con Gino Paoli, a una delle puntate televisive del programma di Fiorello Viva Radio2. Proprio quel giorno avevo avuto una piccola emorragia a un occhio e mi ero svegliato con un occhio molto rosso, che faceva paura. Mi dissi: "Non posso andare in televisione con un occhio così". Così ci andai con gli occhiali neri, per mascherare l'inconveniente. Fiorello fu molto incuriosito dal mio look e, di lì in avanti, si divertì a imitarmi: per il suo "Fava" copiò i miei occhiali neri di quel giorno, copiò i miei capelli bianchi e lunghi, che adesso sono corti, e naturalmente copiò la tromba. Ma il bello è che la tromba diventò per lui una vera malattia. Di lì a qualche tempo venni a sapere che Fiorello si esercitava alla tromba tutto il giorno, nelle pause di lavoro, e che i suoi collaboratori non ne potevano più…».
Stasera, dopo il concerto di Rava, alle ore
23.15 circa, inaugurazione anche del "Dopofestival" al Milestone, in via Emilia Parmense 27, che per l'occasione proporrà un concerto del Max Duo (ingresso libero con tessera Piacenza Jazz Club o Anspi). Nato del
1990 e composto, in un insolito organico senza basso, da Massimo Serra alla batteria e da Max Tempia all'organo Hammond, il Max Duo unisce il jazz tradizionale a un linguaggio più moderno: al Milestone il duo presenterà Alter Ego 2.1, il suo nuovo Cd edito dalla Splasc (h) Records.
ALFREDO TENNI