Mercoledì 17 Febbraio 2010 - Libertà
Belle romanze da salotto
In Fondazione l'800 con un tris di voci da applausi
piacenza - Può l'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano trasformarsi in un salotto borghese dell'Ottocento? Il professor Giovanni Gorgni ha dimostrato di sì. Basta prendere tre cantanti validi, un ottimo pianista, un programma che attraversa i secoli dal Sei all'Ottocento attraverso le romanze da camera e il gioco è fatto.
Si intitolava Nel salotto borghese. La romanza da camera il concerto presentato da Gorgni e organizzato dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano nell'Auditorium di via Sant'Eufemia: musica ovviamente, ma anche qualche spazio alla storia di un genere, quello della romanza da camera, che ha conquistato in passato e continua a farlo anche oggi. E i piacentini non hanno voluto fare eccezione: in tanti hanno partecipato alla serata, che ha visto protagonisti il mezzosoprano Angelica Gorgni Bottego, il tenore Luigi Albani ed il basso Davide Baronchelli, tutti accompagnati validamente al pianoforte dal maestro Corrado Casati.
«È nei salotti borghesi dell'Ottocento che si ritrova tutta la cultura europea» ha spiegato Gorgni prima di presentare i cantanti, che si sono esibiti su un repertorio di grande popolarità e di straordinaria bellezza: spazio innanzitutto a Tosti, del quale Baronchelli ha eseguito L'ultima canzone (e proprio con lo stesso brano i piacentini lo hanno potuto apprezzare poco più di una settimana fa nella sede degli Amici della Lirica), Non t'amo più e Serenata; dal repertorio dello stesso compositore, la Gorgni Bottego si è esibita sulla celebre A' vucchella, canzone nata da una scommessa fra Tosti e D'Annunzio. Albani ha invece inaugurato la sua performance con un brano di Strauss, Morgen, e con uno di Leoncavallo, Lasciati amar.
Ad essere eseguiti, durante la serata, sono stati anche pezzi assolutamente celebri come l'aria La donna è mobile cantata dal tenore, la serenata dal Don Giovanni e Cruda sorte da L'Italiana in Algeri eseguite rispettivamente dal basso e dal mezzosoprano, che hanno dato prova di bravura e di sapiente interpretazione scenica nel brillante Duetto dei gatti di Rossini e nell'aria finale Là ci darem la mano.
Un concerto dunque decisamente gustoso, tutto da apprezzare fra Après un rève di Fauré e Già il sole del Gange di Scarlatti eseguiti da Albani, lo Stornello di Verdi e Musica proibita di Castaldon cantati dalla Gorgni Bottego, fino ai romantici e tragici Eterno amore e fè, Non t'accostare all'urna e Le femmine d'Italia che hanno sancito il successo di Baronchelli. Applausi per tutti allora, in particolare per il basso ed il mezzosoprano assolutamente straordinari sia per potenza vocale, sia nell'interpretazione; anche Albani ha comunque saputo farsi valere grazie ad una vocalità poderosa e a una convincente capacità interpretativa.
Betty Paraboschi