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Sabato 13 Febbraio 2010 - Libertà

«Forza, mente e corpo per una Sagra di danza»

Domani il Junior Balletto di Toscana al Municipale. Parla Cristina Rizzo che firma una delle coreografie

piacenza - Domani alle ore 16 la stagione di danza 2009-2010 del Teatro Municipale organizzata dalla Fondazione Toscanini, renderà omaggio al grande Sergej Diaghilev, fondatore nel 1909 a Parigi dei Ballets Russes, con i 18 giovani danzatori (under 20) del Junior Balletto di Toscana diretto da Cristina Bozzolini.
Lo spettacolo, intitolato Sulle tracce di Diaghilev, sarà anticipato da una presentazione al Ridotto del teatro alle ore 15 (per questo sarà possibile accedere al Teatro dalle 14.30) a cura di Stefano Tomassini, con i coreografi Eugenio Scigliani e Cristina Rizzo.
Quest'ultima è autrice della coreografia che ammireremo in coda alla serata, ovvero La sagra della primavera, in seguito a A' l'envers di Alessandro Bigonzetti, Le Spectre de la rose firmato da Fabrizio Monteverde, e Jeux di Eugenio Scigliano.
Cristina Rizzo ci ha brevemente parlato della sua coreografia e della sua attività di coreografa.
Ci introduca a «La sagra della primavera» che vedremo in scena domenica.
«E' una coreografia che presenta alcune particolarità: innanzitutto è "una sagra" tutta al maschile, composta da ben 12 ragazzi giovanissimi che attribuiscono al brano una forte energia di mente e corpo. Credo sia il terzo cast che la presenta, successivamente alla versione originale che debuttò nel 2008. Inoltre, la mia è una creazione che non lascia spazio alla narrazione ed al rito, elementi tipici della Sagra della primavera della tradizione, ma che nacque dalla mia scelta stilistica di lavorare su un'unica forma che si muove in scena all'unisono. Quello che vedrete è, insomma, un linguaggio coreografico caratterizzato da lampante compattezza e ricchezza di immagini».
Dal 2004 lavora come coreografa ospite allo Junior Balletto di Toscana. Come giudica l'esperienza condotta a fianco di questa compagnia?
«E' un'esperienza positiva e importante. Io provengo da un lavoro del tutto autonomo di ricerca coreografica, per cui, questa collaborazione mi dà l'opportunità di trasferire il mio personale linguaggio coreutico su corpi molto giovani, che definirei pre-professionistici. E' inevitabile, quindi, che entri in gioco l'elemento della responsabilità nei loro confronti, che rende il tutto decisamente stimolante».
La sua carriera nacque nel segno di New York: il diploma conseguito alla Martha Graham Contemporary Dance fu l'inizio di un processo formativo completamente dedito alla ricerca. Quanto questa esperienza influisce sul suo attuale "fare danza"?
«New York fu un'esperienza formativa: tre anni di studio fondanti della mia carriera. Col passare del tempo, ho articolato un modo tutto mio di "fare danza", abbandonando l'idea esclusiva della tecnica come unico strumento espressivo. Personalmente, mi ritengo una coreografa che pensa e tratta il corpo come "entità pensante", quindi il mio è un linguaggio coreutico molto aperto, libero, che trae spunto non solo dal movimento ma anche da letture, viaggi ecc … una sorta metodo a più facce».
Qual è il suo "sogno coreografico", ovvero che caratteristiche dovrebbe avere una sua produzione attuale e quali progetti professionali ha in serbo per il prossimo futuro?
«Mi piacerebbe lavorare su un'opera contraddistinta da una forte complessità scenica, con tanti elementi in scena, oppure, al contrario, di estrema semplicità scenica. Deve essere un'opera attraversata da tutti i linguaggi toccati dalla mia ricerca, il frutto del mio bagaglio culturale. Per quel che riguarda i miei progetti attualmente sto seguendo il debutto della mia coreografia Dance N. 3 e ho in cantiere una nuova produzione per il 2011».

Diletta Rusca

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