Sabato 13 Febbraio 2010 - Libertà
«State vicino alle imprese deboli
e aiutate chi è più in difficoltà»
Il testamento spirituale nei ricordi degli amici e dei colleghi
Il sole attenua appena appena il freddo di questa giornata gonfia di tristezza e di rimpianto. Volti noti e meno noti che non hanno voluto mancare all'ultimo saluto a Luigi Gatti.
«L'ho conosciuto alcuni anni fa - commenta Ottavio Righini, presidente di Cofiter (Confidi terziario Emilia Romagna) - quando Unioncamere Bologna lo designò come rappresentante nel Consiglio di Amministrazione di Cofiter, un ente al quale il dottor Gatti ha sempre aderito con grande attenzione portando, da decano del Consiglio, preziosi suggerimenti ed esperienze. Era una persona d'altri tempi, vecchio stile, nel senso migliore del termine. Credo mi avesse preso a ben volere, potendo essere suo figlio per età e mi ha sempre dato consigli paterni. Mi raccomandava di stare vicino alle imprese più piccole, aiutava i più deboli e sosteneva che non bisognava infierire su chi era in difficoltà e non poteva far fronte agli impegni economici presi. Mi ha dato suggerimenti e consigli di grande spessore morale. Per me, romagnolo, un po' scettico verso i piacentini metà emiliani e un po' lombardi, Luigi è stato un esempio di vita. Lo ricorderò come un padre. Mi mancherà, mancherà a tutti noi e conserverò sempre il ricordo di un maestro di vita. Una grande perdita per la città di Piacenza. Ciao vecchio amico saggio». Parole commoventi che esprimono il valore e la personalità di Luigi Gatti.
Vittorio Cavanna, componente del Consiglio della Fondazione di Piacenza e Vigevano gli è stato vicino per molti anni, una vita verrebbe da dire: «Eravamo amici sinceri. Ricordo le cene a Torrano con le nostre famiglie e gli amici più cari. Ginetto è stato un grande. Il suo senso di appartenenza alla comunità piacentina è stato esemplare. Ha creduto nel ruolo dell'imprenditoria locale e ha saputo guardare al futuro senza trascurare il passato. Anche negli ultimi tempi succedeva che a tarda ora voleva che lo accompagnassi in azienda. Difficile dimenticare un uomo di spessore e di grandi qualità come quelle dell'amico Ginetto». Aggiunge: «Rimpiango, insieme a Gino, una generazione di imprenditori che aveva creatività e fantasia, persone che hanno vissuto il senso dell'impresa come un sogno, un'avventura. Gente vera, dal cuore grande». Gli fa eco il professor Pino Carella: «Era un uomo perbene, la sua semplicità era commovente, amava Piacenza e il suo affetto per la collettività era autentico».
Giovanni Ambroggi, a lungo direttore della Cna, avverte un senso di commozione: «Era gentile ma determinato nelle proprie convinzioni, ha saputo comprendere le potenzialità del mondo associativo, è stato un imprenditore dotato di grandi qualità e nelle svariate cariche pubbliche che Luigi Gatti ha ricoperto, sono prevalsi sempre lo spirito di servizio. E' stato un amico dei piacentini e delle imprese». Francesco Milza, presidente di Confcooperative si associa in un elogio che è unanime: «Un uomo dotato di grande umanità, un imprenditore vero che si è impegnato fortemente per lo sviluppo economico e sociale del territorio. Ha saputo essere vicino ai piacentini con la sua concretezza e il suo attaccamento al lavoro». Ti avvicini alle tante persone che gremiscono la chiesa di San Giuseppe Operaio e ti senti coinvolto, avverti un senso di appartenenza sincero, profondo. E allora alcuni imprenditori come Sergio Sargiani, Giuseppe e Romano Valla sorprendono per l'uniformità delle loro affermazioni: «Ciò che c'era da dire è stato detto - commentano - un grande uomo, un imprenditore che ha saputo cogliere nel tempo le istanze del nostro territorio per tradurle in opportunità». Il presidente del Collegio dei geometri Carlo Fortunati ricorda: «Erano molti anni che ci conoscevamo, ho seguito passo passo i lavori della lottizzazione di San Bonico. Era una persona illuminata, attenta, ha saputo interpretare le istanze del territorio e ha creduto nelle possibilità di crescita di questa città». I commenti si sovrappongono; tra i presenti anche gli ex assessori Carlo Berra e Nando Gianfardoni: entrambi ne sottolineano le doti. E poi Renzo Marchesi, responsabile della sede piacentina del Politecnico di Milano: «Ha creduto, impregnandosi, nell'innovazione e nell'università con profonda convinzione». Non è poco.
Mauro Molinaroli