Venerdì 22 Gennaio 2010 - Libertà
Serassi, ascesa e declino d'una famiglia di organari
Interessante convegno in Fondazione con Bussi e una "prima": un Quartetto di Padre Davide da Bergamo
piacenza - «Ascesa e declino di una famiglia che potrebbe sembrare quasi una dinastia reale, quando scorriamo i nomi dei protagonisti: Giuseppe I, Giuseppe II, Giuseppe III, Giuseppe IV, Carlo II». Una stirpe che all'epoca - ha ricordato ancora il musicologo Francesco Bussi - costituiva una delle glorie d'Italia. Bussi ne ha parlato l'altro pomeriggio all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano alla presentazione del volume I Serassi nella cultura organaria e musicale dell'Ottocento, a cura di Mario Manzin e Giuseppina Perotti (editore Tipleco), che raccoglie gli atti del convegno ospitato nel convento di Santa Maria di Campagna nel 2008, nel trentennale del restauro del maggiore degli organi Serassi della basilica francescana cittadina.
Uno strumento di cui Bussi ha magnificato le lodi, per la sua eccezionale qualità e bellezza, frutto della perizia di maestri organari richiestissimi in tutt'Europa. Alla realizzazione dell'organo di Santa Maria di Campagna collaborò con i suoi consigli e la sua competenza anche l'organista padre Davide da Bergamo (al secolo Felice Moretti), il cui contributo è stato evidenziato in Fondazione con un omaggio speciale: la prima esecuzione pubblica dell'unico Quartetto composto dal religioso. Anna Sorrento, docente di musica da camera al Conservatorio "Nicolini", ha ringraziato Giuseppina Perotti per aver sottoposto all'attenzione il manoscritto dell'Archivio del convento, sollecitando gli allievi a cimentarsi nell'esecuzione. Un'idea risalente al 2001 e che si è potuta concretizzare adesso - ha spiegato Sorrento - con l'introduzione del biennio specialistico.
Lo studente Maurizio Testa ha quindi studiato il documento, collazionandolo con un'ulteriore copia custodita in Archivio e proponendo come tesi di laurea un'edizione critica della composizione, la quale era già stata trascritta nel 2001 da Giuseppe Parmigiani, docente di clarinetto e arrangiatore. Utilissimo - ha osservato Sorrento - si è dimostrato anche il catalogo dei manoscritti di padre Davide, a cura di Marco Ruggeri e pubblicato dall'editrice Olschki. Il brano è stato interpretato da Eva Patruni al clarinetto, Giuditta Isoldi al flauto, Chiara Borlenghi al violoncello e Vania Lo Bianco al pianoforte, calorosamente applaudite dal folto pubblico. In apertura, il saluto dell'assessore alla cultura Paolo Dosi, in rappresentanza del Comune, proprietario della chiesa di piazzale delle Crociate, le cui valenze di carattere storico-culturale sono affrontate nel libro dal punto di vista soprattutto musicale, ma non solo, e allargando il discorso inoltre alla vasta produzione dei Serassi, con particolare riferimento a Milano e alla Lombardia.
Bussi ha analizzato i vari saggi del volume, che sono sia di natura organologica (i contributi di Enrico Viccardi, Mario Manzin, Francesco Tasini e Giosué Berbenni), sia di tema più schiettamente artistico (Emma Mimma Berzolla, che ha preso in esame i soggetti musicali disseminati negli affreschi del Pordenone e l'iconografia delle portelle d'organo). Non tutti gli organi Serassi di città e provincia sono sopravvissuti fino ai giorni nostri, perché nel Novecento si è spesso preferito attuare dei completi rifacimenti, quando invece in passato era prassi rispettare maggiormente l'esistente.
Ne dà comunque conto il testo di Viccardi. Con Berbenni, «quasi come in un romanzo, sia pure tutto storicamente verificato», si ripercorre la vicenda dei Serassi, fino alla malinconica chiusura della ditta nel 1895.
Anna Anselmi