Martedì 19 Gennaio 2010 - Libertà
S. Maria di Campagna, domani presentazione
degli atti del convegno sulla famiglia Serassi
piacenza - Nell'anniversario trentennale del restauro dello storico organo Serassi (1825 - 1838), nel 2008, il convento di Santa Maria di Campagna aveva ospitato un convegno dedicato alla celebre famiglia di organari bergamaschi, collocandone l'attività nella cultura organaria e musicale dell'Ottocento, il periodo in cui si inaugurano i teatri pubblici e, a poco a poco, il gusto per il melodramma arrivava a influenzare anche l'espressività dell'accompagnamento liturgico.
I contributi dei relatori (Enrico Viccardi, Mario Manzin, Emma Mimma Berzolla, Francesco Tasini e Giosué Berbenni) sono stati ora raccolti nel volume degli atti, a cura di Manzin e Giuseppina Perotti, edito da Tipleco. La presentazione del libro si terrà domani alle ore 17.30 all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, in via S. Eufemia 12.
Dopo il saluto dell'assessore alla cultura Paolo Dosi e l'introduzione dell'organista Giuseppina Perotti, sarà il musicologo Francesco Bussi a illustrare il volume, prima di lasciare direttamente la parola alla musica con una rarità inedita tratta dalla copiosa produzione musicale di padre Davide da Bergamo, il frate compositore di Santa Maria di Campagna con il quale i Serassi collaborarono in piena sintonia per realizzare la grandiosa "macchina sonora" del 1825. Quattro giovani concertiste, già diplomate al Conservatorio e attualmente perfezionande nella classe di musica da camera dell'insegnante Anna Sorrento, eseguiranno l'unico quartetto scritto da padre Davide per clarinetto (Eva Patruni), flauto (Giuditta Isoldi), violoncello (Chiara Borlenghi) e pianoforte (Vania Lo Bianco). Il confronto tra i due manoscritti della composizione, conservati nell'archivio di Santa Maria di Campagna, ha consentito a Maurizio Testa di approntare un'edizione critica, coadiuvato per gli arrangiamenti da Giuseppe Pamigiani.
Copia del libro degli atti, pubblicato con il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano, verrà donata a tutti gli intervenuti. Le pagine ricostruiscono gli interventi dei Serassi in città e in provincia (il loro strumento più antico nel Piacentino risale al 1800 e si trova, bisognoso di restauri, nella chiesa del cimitero di Monticelli d'Ongina), con riferimento inoltre alle prestigiose committenze milanesi e comasche, dall'organo della Cappella della Villa Reale di Monza a quello della chiesa di Santa Maria dell'Ospedale a Lugano. Il rapporto tra musica e arte in Santa Maria di Campagna è analizzato a partire dagli affreschi del Pordenone e dalle portelle d'organo di Camillo Boccaccino e del cavalier Ferrante (oggi divise tra i Musei civici del Farnese e la chiesa di Rivalta). Si entra quindi nelle officine Serassi, le più importanti in Italia fino al 1870, ma le cui origini si rintracciano a Bergamo fin dal 1720, nel laboratorio del capostipite Giuseppe, forse un autodidatta. I rappresentanti più illustri sono considerati Giuseppe II, "sommo artista", e Carlo, "genio inventivo". Le difficoltà per la ditta si affacciarono dalla metà del 1870, portandola alla definitiva chiusura nel 1895.
Anna Anselmi