Sabato 23 Gennaio 2010 - Libertà
«Emigrazione, una diaspora dimenticata»
Borgonovo Sandro Molinari (Piacenza nel Mondo) ha rievocato il fenomeno in un incontro del Rotary Valtidone
Borgonovo - L'emigrazione? Un fenomeno che per l'Italia, Piacenza compresa, ha significato 30 milioni di persone partite per l'estero tra il 1860 e il 1970, spinte dalla fame e dalla disperazione, e che nella maggioranza dei casi non hanno fatto ritorno. Lo ha ricordato venerdì sera a Bilegno di Borgonovo, nella sua relazione su "Piacenza nel mondo, l'emigrazione dei piacentini", il presidente dell'associazione Piacenza nel Mondo, Sandro Molinari, ai membri del Rotary Club Valtidone durante uno degli incontri periodici organizzati dal sodalizio guidato da Lorenza Dordoni. Molinari presiede l'associazione nata 17 anni fa sulle fondamenta del centro di documentazione sull'emigrazione della Fondazione di Piacenza e Vigevano, ai tempi diretta dallo stesso Molinari. A lui il compito di riassumere i connotati di un fenomeno complesso e dai mille risvolti quali quello dell'emigrazione dei piacentini e degli italiani nel mondo. «Un fenomeno - ha spiegato Molinari - che ha i connotati di una vera e propria diaspora, che ha interessato 30 milioni di italiani che hanno lasciato il paese in cerca di un futuro migliore». A questi numeri non corrisponde però un'adeguata "memoria" sociale. «Gli italiani - ha spiegato - hanno dimenticato quel fenomeno, forse volutamente perché vissuto come una colpa». Le condizioni che hanno accompagnato l'emigrazione - fenomeno oggi tornato drammaticamente d'attualità, ma "all'inverso", visto che l'Italia è oggi terra d'immigrazione - erano spaventose. «L'emigrazione - ha spiegato Molinari - ebbe origine dalla miseria ed è forse per questo che si tende a dimenticare. Chi partiva lo faceva per disperazione, senza soldi, non conoscendo la lingua e non sapendo bene neppure dove andava. La cosa forse più dolorosa era il distacco dalla famiglia, dal paese e dal campanile. Chi parte si ammala di nostalgia e tenta di combatterla con i piatti che gli ricordano il proprio paese e cercando qualcuno con cui parlare della propria terra». In serata si è parlato anche delle attività dell'associazione che nacque in collaborazione con la Provincia (tra l'altro fu l'ideatrice dell'Angil dal Dom). «Raccogliamo dati sui piacentini all'estero - ha spiegato Molinari - teniamo i contatti con le associazioni di piacentini emigrati promuovendone anche di nuove come quella a Stoccarda, nata di recente e presieduta da Cesare Ghilardelli, ma non facciamo turismo». L'associazione promuove concerti lirici e mostre fotografiche all'estero («i due linguaggi che meglio arrivano al cuore degli emigrati») e promuove l'annuale ritrovo delle comunità piacentine nel mondo: nell'ultimo, la scorsa estate a Bettola, fu premiato Peter Segalini.
m. mil.