Domenica 31 Gennaio 2010 - Libertà

Quotidiano in classe, dal polo Mattei
delegazione al convegno di Firenze

giovani lettori e nuovi cittadini

Il giornale in classe è una pratica seguita in molte scuole superiori. Un'abitudine nata per iniziativa dei quotidiani e degli editori e diventata occasione di educazione civica. "Giovani lettori e nuovi cittadini" è il titolo del convegno nazionale organizzato sul tema a Firenze mercoledì, dall'Osservatorio permanente giovani editori e dall'Acri, associazione di fondazioni e casse di risparmio. Al convegno - che ha visto ospiti illustri come la giornalista Lilli Gruber, i politici Massimo D'Alema e i ministri Frattini e Tremonti - hanno partecipato due insegnanti del polo superiore "Mattei" di Fiorenzuola, Marica Toma (che segue il giornalino di istituto "Carpe Diem") e Rita Beretta, una tra le docenti che promuove la lettura del giornale in classe.
Sono state presentate indagini svolte su un campione di 14mila studenti che partecipano al progetto "Il quotidiano in classe". Il focus si è rivolto poi al tema dell'immigrazione: come viene percepita dagli italiani? Come i mass media contribuiscano a questa percezione? Come la lettura del quotidiano in classe può lavorare nella direzione dell'integrazione? Questi i problemi sul tappeto. Al ministro Frattini il compito di presentare il rapporto tra l'Europa e gli extracomunitari, mentre D'Alema e Tremonti, intervistati dalla Gruber, si sono confrontati sulla globalizzazione, le paure e le speranze che può generare.
Momento fondamentale della giornata, la testimonianza di Claudio Baglioni sull'attività della fondazione O' Scià, un laboratorio permanente di integrazione culturale. «L'esperienza è stata entusiasmante», sottolineano le due prof. «Abbiamo apprezzato soprattutto la collaborazione tra mondo dell'editoria e della finanza. Gli interventi hanno descritto un quadro abbastanza realistico dell'attuale mondo scolastico e delle strategie per l'integrazione in atto. Una nota ulteriormente positiva: gli illustri relatori hanno riconosciuto il contributo positivo che gli insegnanti che lavorano in prima linea, forniscono all'inclusione sociale».

dm