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Mercoledì 13 Gennaio 2010 - Libertà

Questa volta a teatro si va con...gusto

Al "Filo" due serate fra delizie della tavola: da mangiare e raccontare

piacenza - Verdure al profumo di salsiccia con polenta scottata, trofiette di castagne con crema di latte e formaggetta dei monti liguri, ma anche dolce di patate al cacao e torta Pasqualina: c'è da farsi venire l'acquolina in bocca, inutile negarlo. L'elenco continua: anziché minuetti e sonate, al posto di commedie e spettacoli, questa volta a teatro si va "con gusto" e il programma di sala svela ingredienti e abbinamenti enogastronomici da riproporre a casa con dimostrazioni da vivo.
Parte con questo spirito - e nata ovviamente a tavola - la minirassegna di due incontri (29 gennaio e 26 febbraio), ospitata dal Teatro dei Filodrammatici e pensata da Teatro Gioco Vita (inserito nella stagione di prosa Tre per te) con il patrocinio del Comune, Teatro Municipale e la Fondazione di Piacenza e Vigevano, in collaborazione con l'istituto di agraria e alberghiera Raineri - Marcora. L'esperimento si inserisce in quella ricerca che Teatro Gioco Vita sperimenta nella direzione di un teatro che sappia tornare a «stupire, meravigliare, sedurre e portare pubblico a teatro» come commentato da Diego Maj, durante la presentazione di ieri mattina, nella sede del Teatro di via S. Franca.
«È un gioco e come tutti i giochi ha le sue regole. Oggi non si direbbe più che in vino veritas - ha sottolineato con un po' di amarezza il direttore di Teatro Gioco Vita - ma che in vino vanitas». L'adesione a questo curioso allestimento intende invece riscoprire un livello di semplicità: ma attenzione, non è un ristorante, il trucco c'è ma non si vede e il teatro gioca nel suo meccanismo di finzione e coinvolgimento sensoriale.
«Abbiamo una cucina elettrica, il nostro vuole essere un laboratorio del gusto» conclude Maj. Soddisfatto l'assessore alla cultura Paolo Dosi: «Il teatro si apre a un versante inaspettato e poco esplorato, quello della gastronomia, un settore che rientra con onore nel patrimonio collettivo». Le serate (che ovviamente cominceranno a ora di cena, alle 20) saranno presentate dal docente dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, Giancarlo Spezia: «Il docente genovese Giovanni Rebora (il cui libro Tagli scelti sarà presentato nel corso della prima serata con gli interventi di Sergio Rossi e del figlio di Rebora, Federico, ndr) aveva da tempo teorizzato come la vera cucina del territorio fosse quella della trattoria, fatta di lavoratori per altri lavoratori. Noi vogliamo percorrere questa strada con un gemellaggio tra la cucina genovese e quella piacentina: per ora sarà quella genovese ad essere ospitata nelle nostre sale, durante la prima serata, L'Appennino genovese a tavola: tre piatti invernali tra tradizione e attualità. Nella seconda mise en scene, invece - continua - analizzeremo Il maiale e la cucina della Bassa: Peppone e Don Camillo a tavola, con gli interventi di Ermes Frazzi e Andra Grignaffini che, dopo la dimostrazione della Pistà ad grass presenteranno anche il libro Nella dispensa di Don Camillo dove il Guareschi ristoratore si definisce un reazionario della cucina».
L'invito a cena (e a teatro) è valido per un pubblico limitato (60 persone), le prenotazioni, attive da domani, sono obbligatorie. Il costo del biglietto è di 30 euro.

Elisa Malacalza

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