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Martedì 22 Dicembre 2009 - Libertà

Un secolo di case e inquilini in un libro

Cent'anni dell'Istituto autonomo case popolari, "amarcord" con dibattito

"Scusate, ma questa presentazione ha un retrogusto sentimentale, e non poteva esserci miglior titolo di "Popolare la città" per presentare il volume che racchiude i cent'anni dell'Istituto autonomo case popolari, perché in questo secolo sono racchiusi storia, ma anche storie e sentimenti di tanta gente". Lo ha detto l'assessore alle politiche abitative del Comune Giovanna Palladini ieri mattina in apertura. E come darle torto. C'erano in tanti tra ex presidenti, ex direttori generali, inquilini, architetti e addetti ai lavori a testimoniare il ruolo che le politiche abitative pubbliche hanno avuto ed hanno tuttora sul territorio.
E allora se provi a guardarti attorno, con qualche anno in più, ma con lo stesso sorriso si stringono la mano gli ex presidenti Ernesto Carni e Antonello Bonadé. Ci sono anche Benito Dodi e Romano Repetti che in anni diversi hanno ricoperto il ruolo di presidenti dell'Istituto, ma anche Mino Silva e Franco Balordi, direttori storici, quasi a testimoniare che il passato e la memoria hanno un senso, così come la storia. Per capire ciò che siamo oggi. Per interpretare il presente. Ed è in tal senso Paolo Passoni, assessore provinciale alle Politiche abitative a sottolineare quanto sia determinante il ruolo di Acer per far fronte alle emergenze abitative che derivano dalla crisi di questi anni. Così come Benito Dodi, presidente dell'Ordine degli architetti ha affermato che la mano pubblica ha avuto una funzione oltre che sociale anche urbana, favorendo una pianificazione edilizia che tenesse conto delle esigenze di questa città ("Attorno al San Giuseppe - commenta - il dibattito fu serrato"), per poi aggiungere che si dovranno dare risposte concrete tanto alle giovani coppie, quanto agli anziani soli, perché la città futura ruota attorno alle scelte dell'ente locale, alla riqualificazione, agli spazi con un accenno polemico verso il Piano Casa. E se Fabrizio Achilli, Cesarina Raschiani, Valeria Poli e Daniele Fanzini, hanno illustrato il percorso che ha condotto alla realizzazione del libro, sottolineando soprattutto gli aspetti storici, legati alla crescita e allo sviluppo di una Piacenza popolare, nell'ambito di un percorso che ha portato ai nuovi piani urbanistici e alla raffigurazione della città di oggi, Marco Corradi, coordinatore regionale e presidente dell'Azienda Casa Emilia Romagna di Reggio Emilia, ha evidenziato come sia necessario integrare il rapporto tra politiche sociali, architettura e risorse finanziarie: "Un rapporto - ha detto - che ha sempre contraddistinto l'Istituto autonomo per le case popolari e che dovrà caratterizzare viepiù le politiche di Acer. E' necessario che da parte di tutti i soggetti coinvolti nell'edilizia residenziale pubblica, ci sia una riflessione - ha aggiunto - infatti si tratta di far fronte alle cosiddette spese energetiche per migliorare la qualità abitativa e creare le condizioni per un calmieramento del mercato e di guardare al futuro in modo nuovo. Pensiamo a una psicologia urbana e alla mediazione sociale". Flavio Antelmi, presidente di Acer, ha invece sottolineato la necessità di sostenere chi non è in grado di fare fronte ai canoni di mercato. La cosiddetta "fascia grigia", una nuova classe sociale alla quale Acer, deve dare una risposta. Sono intervenuti anche Augusto Rizzi, in rappresentanza della Fondazione di Piacenza e Vigevano ("Sull'housing sociale dobbiamo guardare all'Europa, in particolare a Francia e Germania, per costruire abitazioni di qualità a costi convenienti") e Fabio Salotti, presidente della cooperativa abitativa "Piacenza 74", il quale ha, tra l'altro, invitato l'Amministrazione Comunale a varare al più presto il Piano Casa.

Mauro Molinaroli

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