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Mercoledì 16 Dicembre 2009 - Libertà

La facciata torna com'era nel Seicento

chiesa di Campremoldo Sopra Ripristinati i colori originali individuati attraverso analisi stratigrafiche

GRAGNANO - Tolte impalcature edili e reti, la facciata della chiesa di Campremoldo Sopra è stata svelata, tornando alla sua colorazione originale di fine ‘600. I lavori di restauro della facciata dell'edificio sacro, finiti pochi giorni fa, hanno tolto il color giallo chiaro in favore di un rosa tenue, tinta che venne usata per la facciata appena dopo l'edificazione della chiesa. «Con i lavori appena conclusi, abbiamo riportato la facciata ai suoi colori originali» racconta il parroco di Campremoldo Sopra, don Gianni Riscassi. Le analisi stratigrafiche portate a termine dai tecnici sull'intonaco e le cromie del frontale della chiesa hanno indicato infatti il rosa come colore originale al posto del giallo che rivestiva la facciata da diversi anni a questa parte. Il costo totale dei lavori, eseguiti dalla ditta Piramide in collaborazione con l'architetto Manuel Ferrari, è di circa 30mila euro. Di questi, la metà sono stati versati dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, mentre i rimanenti sono stati coperti in buona parte dalla parrocchia di Campremoldo Sopra, con l'aiuto dei fondi dell'otto per mille e di qualche contributo privato.
Per le analisi stratigrafiche sui colori, i tecnici incaricati si sono serviti di una specie di bisturi, scavando la facciata parte per parte e risalendo alla colorazione delle origini. Poi, la facciata è stata scrostata e completamente ripulita dalla copertura preesistente, per essere quindi ricoperta da un nuovo strato d'intonaco. Solo dopo questa operazione, si è potuto passare alla fase finale, la colorazione. «I lavori, partiti verso fine autunno, sono stati eseguiti con molta cura e con la massima attenzione possibile» racconta don Gianni Riscassi. «Tra la fase di stesura dell'intonaco sulla facciata e la colorazione, giusto per rendere l'idea della meticolosità del restauro, sono intervenuti i tecnici della Sopraintendenza delle Belle Arti di Parma per verificare che tutto fosse eseguito a regola d'arte. Bisognava tener fede ai vincoli storici della chiesa dedicata ai santi Pietro e Paolo». I lavori di restauro hanno subìto una modifica rispetto al progetto iniziale. «All'inizio, si pensava solo di ritinteggiare la parete frontale della chiesa - spiega il parroco - ma durante la supervisione ci siamo accorti di alcuni pezzi d'intonaco staccati e di altri che sarebbero caduti entro breve tempo. A quel punto era inutile tinteggiare una parete che, dopo un paio d'anni, avrebbe dovuto essere rifatta completamente».

Riccardo Delfanti

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