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Venerdì 18 Dicembre 2009 - Libertà

La poesia di don Zuffada in Fondazione
e un incontro del gruppo "Igino Giordani"

piacenza - Questa sera alle ore 21 nell'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano verrà presentato "Canti delle mie valli: del Nure, del Trebbia e del Tidone" la nuova raccolta di poesie di don Virgilio Zuffada ex missionario ed ora cappellano dell'ospedale di Piacenza.
Che la poesia sia un suo talento naturale, cioè un vero e proprio dono di Dio, lo si capisce subito dalla naturalezza dei versi di una semplicità francescana, versi nudi, perfettamente aderenti alle cose, alle visioni, agli incontri. Senza ricorrere ad artifici letterari questi versi semplici, ma non semplicistici, sono infatti intrisi di grande profondità di pensiero e percezione, di stupore e soprattutto di gratitudine.
Don Virgilio è incantato dal miracolo e dalla bellezza della Creazione che per lui è sempre abitata dagli umani che egli accoglie con le loro storie e coi quali ha un'empatia formidabile. Le poesie di don Zuffada ci restituiscono sempre quell'Insieme che fu del Paradiso Terrestre: l'unità di Dio e uomini, piante e animali, paesaggi e anime. In ogni parola di don Zuffada si respira l'amore di Dio e verso Dio, una Fede profonda mai data per scontata, ma vissuta ogni attimo come un cammino continuo, come un filo che lega tutto.
Poesie dove la "vite guarda i vignaioli" e "il glicine socchiude gli occhi" dove quindi la natura è animata come una divinità non pagana però, solo resa viva dal soffio di Dio lo stesso soffio che rende monumenti e istituzioni vivi e umani come quando le chiese di Bobbio "aspettano un popolo" o dove "la Chiesa piange" per la morte di una giovane. Il "Canto delle mie valli" che è la più recente raccolta di versi di don Zuffada (già autore di altre raccolte) ci fa guardare con occhi più attenti i nostri scorci così pittoreschi, ma soprattutto ci fa sentire tutti fratelli, tutti abitanti dello stesso territorio, fruitori, custodi e depositari di una stessa bellezza e di uno stesso destino.
Tutti collegati l'uno all'altro quindi tutti corresponsabili anche delle gioie e dei dolori altrui. Una bella boccata d'ossigeno questo libro, oggi persino necessario, tanto ci mancano la freschezza, la semplicità, la bontà, l'umiltà, la speranza che esso contiene. Forse non è un caso, forse è un segno che la presentazione di questa raccolta sia preceduta alle 20.30 da un incontro dell'associazione "Igino Giordani" per un momento di riflessione e per il rinnovo del tesseramento. Di Igino Giordani, giornalista, deputato ai tempi della Costituente, fautore di un'Europa unita culturalmente e dell'incontro fra fedi diverse e fra Oriente e Occidente.
Giordani che aveva il sogno stupendo di unire tutti è stato cofondatore del Movimento dei Focolarini assieme a Chiara Lubich.
Di lui è ora in corso il processo di beatificazione. Politico e giornalista anomalo perché esemplare per rettitudine, umiltà e coerenza tanto nella sfera pubblica quanto in quella privata, Giordani potrebbe diventare il santo protettore dei giornalisti come è già stato anticipato da L'Espresso.
L'ingresso è libero in questa serata che vedrà anche la presenza del pittore Bruno Grassi che gentilmente ha dipinto alcune pagine del libro. Sarà un incontro nel quale avremo a che fare con due particolari personaggi (Igino Giordani e don Virgilio Zauffada) dalle esemplari limpidezze: di mente, di cuore, di vita, di scritti. E pare proprio che nulla sia più urgente in questi nostri tempi così stupidamente egoisti, violenti, volgari e vuoti.

Bruna Milani

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