Martedì 15 Dicembre 2009 - Libertà
«Comunicare lo straniero, c'è da fare»
Esperienze interculturali a confronto
(sim. seg.) «Il compito dei giornalisti? Dare voce a chi non ce l'ha, la memoria dovrebbe aiutarci». Gerardo Bombonato, presidente dell'Ordine dei giornalisti dell'Emilia Romagna (che ha firmato un protocollo sulla comunicazione interculturale con la Regione e tra gli altri con il Centro interculturale del Comune), a Piacenza per coordinare la tavola rotonda alla Fondazione ("Comunicazione interculturale a Piacenza e pluralismo nell'informazione"), ai giovani (e meno giovani) colleghi dà un consiglio, quando si sia chiamati al compito di mettere in pagine notizie riguardanti "lo straniero": «Tutti noi - invita Bombonato - dovremmo ricordarci di quando eravamo noi, italiani, il popolo dei migranti. Siamo il popolo che più è andato all'estero: dal 1870 al 1970 se ne sono andati fuori 28 milioni di italiani, e non sempre erano la parte migliore. Consiglio di leggere a tutti i giornalisti l'ultimo libro di Gian Antonio Stella».
Un modo elegante per dire che spesso anche nel linguaggio si annida il pregiudizio. «Ora è tramontato il "vu' cumprà", c'è l'extracomunitario. Ma extracomunitario lo è anche lo svizzero, ma mai un giornalisti che lo definisca così», sostiene Bombonato, nel ricordare agli operatori di «evitare, nel glossario, l'etnicizzazione» e dicendo che «uno stupro è odioso, per un un romeno che lo compie ma anche per una romena che lo subisce».
Alla tavola rotonda sono intervenuti con Bombonato tra gli altri Arianna Alberici (Corecom Emilia Romagna), i giornalisti piacentini Maria Vittoria Gazzola e Marcello Pollastri, Jamal Ouzine (Koinè) e Vesna Mitrasinociv (Centro interculturale del Comune). Ed è Jamal, uno dei giornalisti- pubblicisti della redazione multietnica di Koinè, a puntare il dito contro il limite che più e più volte àncora impedendone il decollo definitivo le esperienze di giornalismo fatto dagli stranieri, ovvero «il loro essere legate a questo o a quel progetto, che poi finisce», mentre «la comunicazione per noi immigrati è fondamentale, perchè serve a combattere gli stereotipi».
Prima di loro erano intervenuti gli assessori Pier Paolo Gallini (Provincia) e Giovanna Palladini (Comune). Gallini per ribadire che «la comunicazione interculturale ha un ruolo strategico nell'opera di integrazione, ed è per ciò che la Provincia sostiene il progetto di comunicazione interculturale», e Palladini (che è anche giornalista) che evidenzia la problematicità del tema («c'è un nodo di comunicazione tra associazioni portatrici di realtà anche molto diverse») e che punta il dito contro un modo di rappresentare il mondo dell'immigrazione come «un mondo a se stante, magmatico e confuso».