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Lunedì 14 Dicembre 2009 - Libertà

Voci dal silenzio della guerra

La vita negli spazi claustrofobici della prigionia

piacenza - Onore ai reduci, agli internati militari italiani della seconda guerra mondiale. Onore, certo, ma anche tenerezza: perché sotto la divisa, la medaglia d'oro è soprattutto quella di una guerra combattuta contro se stessi, per cercare di mantenere coerenza, dignità e fragilità di uomini in un mondo senza senso né logica, intessuto dell'arroganza della guerra. Radio Tricolore è una radio realmente esistita. Un filo di diffusione clandestino. Radio Tricolore parte da qui, da questo filo, lo coglie e lo tesse in una trama di suggestioni, volti, personaggi e voci, Voci dal silenzio come recita non a caso il sottotitolo al testo della regista Giovanna Liotti.
Storie, emozioni, riflessioni legate da una luce che si accende e si spegne, anima e svuota i testimoni senza tempo: Pietro Testa (interpretato da Fabio Casati), Franco Camerini (Alfredo Bazzani), i giovani ufficiali Bellini (Matteo Milza e Manuel Pietra), Fra' Ernesto Caroli (Riccardo Tiberi), fondatore dell'Antoniano di Bologna, Giuseppe Lazzati (per parlare del quale Gabriele Riccobono ha interpretato il nipote Guido Stella), futuro rettore dell'Università Cattolica. Ma anche due semplici sorelle tedesche, due persone comuni per dare universalità all'esperienza (Elmarina Myseni e Martina Damoni) come il sorriso di Giovannino Guareschi (Gabriele Battini) ricercò la stessa comunicazione "per tutti", portato in scena dalla giovane Carlotta (Manuela Chiappini), la nipote, che ricostruendo quindi i frammenti di questi puzzle di esistenze, chiama in causa da un lato del palco quello che la musica dei clarinetti, con il quartetto Breath Quartet diretto da Camillo Mozzoni, dall'altro lato, riesce a tradurre in emozione.
Non va in cerca di eroi ma di uomini, di verità, di vita. Una vita che paradossalmente rivela potenzialità inaspettate negli spazi claustrofobici della prigionia, della clandestinità, del sentirsi non più arbitri della propria sorte. Attori anche d'eccezione sul palco: tra questi, Danilo Anelli, presidente della Famiglia Piasinteina, che ha prestato la sua interpretazione - con la figlia Federica - per un sentito ricordo della vicenda del padre, Ernesto. «Ricordare è diverso dal rimuginare, che è un gran brutto vizio di noi reduci» esclamano attori sul rinnovato palco del President, dove l'altra sera Radio Tricolore ha suscitato numerosi applausi da parte dei presenti: l'esperimento quindi dell'associazione teatrale "La maschera di cristallo", diretta dalla Liotti, ha potuto quindi colpire nel segno del suo intento benefico con un allestimento denso di spunti anche storiografici e documentaristici (ad esempio divise originali arrivate dal Comune di Pontenure). Scivola la memoria dei devoti figli della patria, tra bombardamenti, freddo, un pane nero, poca acqua, baracche.
La rappresentazione ha ottenuto inoltre il patrocinio del prefetto, del questore, dell'Associazione nazionale alpini, dell'Associazione nazionale combattenti e reduci e dell'Unione mutilati per servizio, della Provincia, dei Carabinieri e della Fondazione di Piacenza e Vigevano.

Elisa Malacalza

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