Venerdì 4 Dicembre 2009 - Libertà
Giovanni Fattori, artista poliedrico
Conferenza di Farinella. Domani visite alla "Ricci Oddi"
piacenza - «Esistono tanti Giovanni Fattori diversi, che segnano il percorso molto ricco di un artista tutt'altro che monocorde». Vincenzo Farinella, presidente della Biblioteca di storia dell'arte dell'università di Pisa, dove è anche docente di iconografia e iconologia, si è soffermato soprattutto sugli aspetti sperimentali e innovativi nella produzione del pittore livornese, particolarmente apprezzati dai giovani che a inizio '900 vedevano nel maestro un precursore cui guardare con attenzione.
Farinella ne ha parlato all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano nella conferenza conclusiva del ciclo organizzato da Davide Gasparotto per approfondire alcuni dei temi sollecitati dalla mostra Pittura toscana alla Ricci Oddi, aperta fino al 2 maggio nel museo di via San Siro, con visite guidate su prenotazione (telefonare al numero 0523.320742, da lunedì al sabato dalle 10 alle 13, oppure inviare una mail all'indirizzo: info@riccioddi. it, indicando nome e recapito telefonico) il 5, il 12 e il 19 dicembre, dalle ore 15,30 alle 17.
L'incontro con il docente universitario ha offerto molteplici spunti per entrare in contatto con il vivace ambiente artistico labronico, a partire dall'analisi di alcuni lavori di Fattori, caratterizzati già in alcune celebri tavolette macchiaiole degli anni '60 dell'800 da «arditissime sintesi cromatiche e compositive, con la rinuncia completa all'elemento descrittivo». Nel 1875 il pittore si recò per la prima e unica volta a Parigi: «Un viaggio di solito giudicato poco importante, ma che invece lo portò a conoscere le stampe giapponesi, dalle quali trarrà influssi evidenti specie nelle acqueforti», ha spiegato Farinella. L'artista affidava la sua sopravvivenza economica ai quadri di soggetto militare, «che potrebbero sembrare i più consueti, ma anche in questo genere apparentemente retorico, Fattori propone soluzioni figurative di grande modernità», tra cui l'uso di una prospettiva non naturalistica e l'introduzione di effetti "fotografici".
«Pur negandolo nelle sue memorie, Fattori doveva essere rimasto affascinato dalla tecnica fotografica», nella quale a Firenze si esercitavano ad alto livello i fratelli Alinari. Tra gli artisti che meglio rielaborarono la lezione di Fattori, Farinella ha citato le personalità antitetiche dell'intellettuale Oscar Ghiglia e del passionale Mario Puccini, detto il Van Gogh livornese. Un solo quadro del pittore olandese esisteva all'epoca in Italia, nella raccolta fiorentina, poi dispersa, di Gustavo Sforni, il cui nucleo fondamentale comprendeva 70 opere di Fattori, 100 di Ghiglia e 50 di Puccini, in «una delle poche collezioni "a tesi", allestita per dimostrare che Fattori era un pittore capace di fecondare la pittura italiana del Novecento».
Anna Anselmi