Domenica 13 Dicembre 2009 - Libertà
I desideri: più infrastrutture e più bellezza
Giglio: ci sono territori bloccati da anni. Marazzi: troppe cose brutte in periferia
La scelta di rivolgersi ai giovani trova ragion d'essere anche nelle parole di Sergio Giglio, presidente di Confindustria Piacenza: c'è volontà di avere uno sguardo sulla città senza preconcetti, senza rigide posizioni ideologiche e oltranziste. Una boccata d'aria nuova. Peraltro, i problemi non mancano là dove in provincia di Piacenza ci sono territori bloccati da dieci anni, lamenta l'imprenditore, che parla pure delle infrastrutture incomplete, come la tangenziale, dell'esigenza di "sgasare" Piacenza («A San Nicolò passano 45mila mezzi al giorno»), di avere una metro leggera, parcheggi. Piacenza deve decidere se essere città dormitorio nei confronti di Milano o di supportarne lo sviluppo. Vero è che i tempi sono grami, con il record negativo di 2milioni e 200mila ore di cassa integrazione ordinaria. «E le grandi decisioni vengono rimandate». Anche la logistica esige oggi una regolamentazione non rinviabile. In una parola: «Occorre far spazio alla città che vive». E un accenno all'attualità piacentina: bando ai titoli scandalistici sui giornali quando si parla di vero lavoro.
Per il premio Ance è davvero il momento giusto - rincalza il vicesindaco Francesco Cacciatore - a fronte degli strumenti di pianificazione territoriale in via di definizione (Ptcp, Psc). La regola oggi è il «contenimento» dell'uso del suolo («nel 1977 il territorio urbanizzato era il 19 per cento, oggi è il 29»). Le aree non urbanizzate vanno salvate e il confine della tangenziale è un limite non valicabile. E' poi necessario ragionare «non per singoli pezzi» - si dice convinto Cacciatore - ma guardando al mosaico generale della città. Per il presidente della Fondazione, Giacomo Marazzi, Piacenza ha molto bisogno di idee, spinta mancata negli ultimi 30 anni. E le critiche non finiscono qui: «Si è perso un anno a discutere sul Bastione Borghetto per poi lasciarlo alle ortiche senza sapere che farne e nella nostra periferia si vedono cose fra le più brutte del nord Italia». Ben venga una progettazione intelligente. E sull'importanza di produrre progetti è più che d'accordo Benito Dodi, presidente dell'Ordine Architetti, così come sullo scommettere sui giovani: «Anche il privato, se vuole qualità, sceglie i concorsi».
p. s.