Giovedì 3 Dicembre 2009 - Libertà
Piacenza solidale Tanta gente per l'incontro fra i due grandi testimoni di pace. La missionaria piacentina premiata dai Lions
Il cuore dell'Africa batte per un giorno a palazzo Farnese. Sono Francesca Lipeti e padre Kizito Sesana a tenerlo vivo in un salone dei musei civici dove la gente è seduta fin per terra per essere presente al primo incontro tra due grandi testimoni del nostro tempo. Un padre comboniano (nato come operaio alla moto Guzzi) che oggi vive per salvare i bambini delle baraccopoli di Nairobi, dove neanche i topi vogliono entrare; un medico missionario piacentino, da 15 anni nello sperduto villaggio di Lengesim (600 chilometri dalla capitale del Kenya) per aiutare i Masai a vivere meglio. Sono loro, padre Kizito e Francesca Lipeti, i due volti per cui i piacentini, per i prossimi tre giorni, se lo vorranno, potranno riflettere su di un'Africa diversa da quella delle nostre strade, un'Africa reale libera dagli stereotipi e ripulita dai pregiudizi. Alberto Gromi e il direttore di Libertà, Gaetano Rizzuto, mettono ordine in un incontro dove sarebbe facile perdersi tra i buoni sentimenti. «Il cuore della Piacenza solidale con l'Africa, oggi, è molto più vicino» evidenzia Rizzuto nella presentazione. «Sono tantissimi i grazie che dobbiamo dire: al Comune, alla Fondazione di Piacenza e Vigevano, a Libertà per il sostegno che ci hanno dato» esordisce commosso l'ex preside del liceo classico, oggi professore in Cattolica. Parlano dei loro bambini, Francesca e padre Kizito: di Simel che rischiava di morire e che oggi va bene a scuola grazie alle cure del piccolo ospedale di Lengesim; della ragazzina undicenne costretta a sposarsi con un anziano, picchiata a causa di un aborto spontaneo, e oggi in una delle case dell'organizzazione Amani, in cerca di riscatto. «Tutte queste persone - osserva padre Kizito - hanno delle ricchezze straordinarie. Noi le aiutiamo a diventare bravi cittadini africani come ci ha invitato a fare il nostro fondatore, il vescovo Comboni: "Salviamo l'Africa con l'Africa"». «Vedo delle risorse umane grandissime nella gente che incontro - parla Francesca -. Vedo le pastorelle Masai che chiedono di andare a scuola e, quando riusciamo ad esaudire il loro desiderio, sono le prime della classe». Una soddisfazione immensa: «Facciamo crescere l'Africa e nello stesso tempo cresciamo noi».
Diversa la situazione all'ombra del Gotico (o del Farnese), in generale in Italia. «Qui si fa fatica a spiegare l'Africa - è convinto padre Kizito - e per l'Africa il problema principale è farsi conoscere. Certi fenomeni di esclusione sociale sono solo frutto dell'ignoranza, di una conoscenza dei problemi limitata e ancora viziata, magari nel subconscio, dalle giustificazioni date dagli europei allo schiavismo; dalla superiorità della razza bianca, alimentata da filosofi e teologi». Kizito è stato direttore di Nigrizia, rivista missionaria di trincea, e, quando viene sollecitato in un certo modo, non si tira indietro: «Le non decisioni del vertice Fao? Le sentiamo lontane, in Kenya quasi nessuno sa che c'è stato il vertice. Il nodo fondamentale è quello della povertà. O la vinciamo tutti insieme o rischiamo il disastro tutti insieme». E' il giorno della riflessione ma anche quello del primo incontro tra due grandi testimoni di pace e riscatto sociale; che non si scambiano salamelecchi di circostanza ma sincere dichiarazioni di reciproca stima. Francesca: «Per me padre Kizito è un gigante». Padre Kizito: «Ci sono tanti esempi di grandi missionarie laiche, dalla Somalia al Kenya. Francesca Lipeti è una di queste. Spero presto di poter andarla a trovare a Lengesim».
Federico Frighi