Lunedì 23 Novembre 2009 - Libertà
La "tenerezza" di Muti per i bambini africani
Serate benefiche insieme a Francesca Lipeti e a Kizito
Piacenza - Muti dirige per l'Africa. E c'è da giurare che saprà far emergere dalla partitura di Giovanni Paisiello quella «tenerezza» che gli ricorda le Madonne nella pittura settecentesca napoletana, cariche di dolcezza, protese nell'accoglimento. Attitudine che il maestro stesso ha paragonato a quella dei nostri missionari quando l'iniziativa fu presentata ad ottobre. E proprio questo ingrediente della messa cantata, punta di diamante del cartellone concertistico, è il sapore che tutti attendono. Per il musicologo Paolo Isotta, siamo in presenza della prima "Missa" da requiem della musica moderna, capace di anticipare "con mano ben più elegiaca, quella di Berlioz". Eroismo e compassione. Non resta che ascoltare.
Sotto questo cielo inizia il conto alla rovescia del grande evento a Teatro Municipale. Attraverso la musica, da un podio speciale, la comunità piacentina torna a rivolgere lo sguardo ai popoli più disagiati del mondo, popoli però in movimento, attanagliati dai cambiamenti climatici e dai neocolonialismi economici, ma vitali, operosi, desiderosi di rigenerazione.
E' quest'Africa che si vuole sentire vicina con i missionari Francesca Lipeti, medico conosciuto a Piacenza, in forze alla comunità maasai di Lengesim (Kenya) e Padre Renato "Kizito" Sesana, attivo in Kenya, Sudan e Zambia, protagonista lo scorso anno di una commovente serata al Salone Scenografi con i suoi piccoli acrobati, ex bimbi di strada salvati delle baraccopoli di Nairobi. Con i due missionari, che arrivano appositamente a Piacenza, è fissato un primo incontro a Palazzo Farnese il 2 dicembre, mentre il 3 dicembre si tiene il concerto prova aperta in loro favore - sostenuto dal Comune e dalla Fondazione Toscanini - dove Muti dirigerà l'Orchestra giovanile Cherubini nella Missa defunctorum scritta da Paisiello nell'anno della rivoluzione francese, il 1789.
Intorno all'Africa oggi c'è un certo dinamismo, ma avaro di aiuti concreti: è stato appena archiviato il vertice Fao di Roma, con l'allarme sull'acquisto di terreni da parte dei "predoni delle terre", per produrre riserve di cibo esportabile sui mercati internazionali, uno scippo firmato da Cina, Arabia Saudita e Corea. Peraltro, i cambiamenti climatici e l'effetto serra, qui più che altrove, deprimono le colture, ne ha parlato Richard Odingo, Nobel per la pace 2007.
Intanto, a proposito di premi, avanza un'idea. «Il Nobel per la pace alle donne africane? Sì. Avrebbe fra gli altri il volto delle mamme maasai, la grandezza del loro cuore, l'umiltà del loro lavoro e del loro silenzioso impegno quotidiano». Così commenta Francesca Lipeti la proposta lanciata dal meeting internazionale anconetano Europa-Africa di destinare il Nobel 2010 all'altra metà del cielo (www. noppaw. org). Un riconoscimento a chi ogni giorno, nelle condizioni più estreme, sa mettere un piatto in tavola e tenere unita la famiglia.
«Non sono donne che piangono e dalle tenebre della nostra sofferenza dimostrano forza, energia, capacità di nutrire» ha detto al meeting la teologa del Camerun Hélène Yinda. Vedremo se la candidatura farà passi avanti.
Intanto a Lengesim (Kenya) il temporaneo balsamo delle piogge ha già esaurito il suo effetto - fa sapere Francesca - non sufficiente per rinverdire i pascoli. In giro per la savana sempre più depressa non si fa che incontrare carcasse di animali in decomposizione e sono già morti centossessanta elefanti per la siccità che frusta le popolazioni. Ma soprattutto crescono i casi di malnutrizione: «In due giorni mi hanno portato all'ospedale due bambini, uno di dodici mesi e uno di tredici, pesavano pochi chili, erano impressionanti per la loro magrezza. Il perdurare di siccità e mancanza di cibo porterà a situazioni sempre più gravi o estreme».
E a Nairobi, dove opera Padre Kizito, i problemi sono diversi ma ugualmente aspri. Si tratta di combattere ogni giorno per mantenere l'offerta di accoglienza ai bimbi e i progetti educativi delle comunità di Koinonia, nei mesi più bui per l'affievolirsi delle risorse vitali.
Patrizia Soffientini