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Lunedì 23 Novembre 2009 - Libertà

La vita privata di Margherita d'Austria

Folto pubblico per l'evento organizzato dal Fai a favore del restauro della Fontana delle 99 cannelle a L'Aquila
Ieri l'interessante conversazione con Ferrari, Artocchini, Berzolla e Debicke

A eternare il nome di Margherita d'Austria, Madama per i suoi contemporanei, non furono soltanto i romani Palazzo Madama, che oggi ospita il Senato, e Villa Madama, sede di rappresentanza del ministero degli esteri. Anche il piacentino Palazzo Farnese per due secoli venne conosciuto come Palazzo Madama: «Lo attestano antiche incisioni» ha evidenziato ieri Mimma Berzolla Grandi, intervenuta insieme a Domenico Ferrari, capo delegazione del Fai (Fondo per l'ambiente italiano), Carmen Artocchini e Patrizia Debicke Van der Noot alla conversazione a Palazzo Farnese per cercare di restituire un ritratto a tutto tondo della duchessa, al di là delle biografie ufficiali. L'iniziativa "Dietro le quinte della tua città", organizzata dal Fai con il patrocinio del Comune e il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano, si è svolta con il fine benefico di raccogliere fondi a favore del restauro della Fontana delle 99 cannelle, monumento simbolo dell'Aquila, come segno di vicinanza alla popolazione abruzzese colpita dal terremoto e per ribadire il legame tra Piacenza e quella terra tanto cara a Margherita, morta a Ortona nel 1586.
Per sua espressa volontà, Madama venne però sepolta nella basilica di San Sisto a Piacenza, dove rimane il suo monumento funebre. «Eppure ben pochi piacentini conoscono questa tomba, che accoglie le spoglie di una delle figure femminili più rappresentative del Cinquecento, alla quale non è stata dedicata né una piazza, né una via» ha osservato Carmen Artocchini, che con il libro Le padrone di Parma e di Piacenza, pubblicato nel 1975 e da tempo esaurito, è stata antesignana di un recupero dell'operato delle donne di casa Farnese e Borbone, sulle quali ha intenzione di tornare in un prossimo volume, che comprenderà anche i destini delle figlie della famiglia ducale. Le esequie di Margherita officiate a Piacenza ebbero comunque un risvolto poco commendevole: si scatenò una furibonda lite per questioni di precedenza tra nobili, preti e monaci di San Sisto, che si presero reciprocamente a colpi di ceri per dirimere la questione su chi dovesse portare la salma in corteo verso la chiesa. Berzolla ha richiamato alcune scelte precise della duchessa, che preferì risiedere a Piacenza, lasciando il marito Ottavio a Parma: «Per amore di indipendenza o per calcolo politico, per tenere d'occhio i feudatari piacentini che avevano congiurato contro il primo duca, Pierluigi Farnese? ». Ulteriori considerazioni sono state suggerite dal cantiere di Palazzo Farnese, dove «pare che proprio alla duchessa si dovesse la richiesta di costruire il teatro-cortile poi non realizzato». Sulla predilezione per San Sisto, Berzolla ha messo in luce quanto potesse giocare un ruolo il fatto che il monastero, dove Margherita abitò in attesa che venisse ultimato il suo palazzo, fosse stato fondato dall'imperatrice Angilberga. Debicke, autrice di romanzi storici ambientati tra ‘500 e ‘600, ha approfondito vari aspetti della vita della sovrana, trascorsa per lunghi periodi nelle Fiandre, dove tornò come governatrice in due diversi mandati. Era nata infatti nel 1522 a Oudenaarde nell'attuale Belgio, figlia naturale di Carlo V e di una damigella della moglie del governatore della cittadina, centro di produzione di celebri arazzi. Nei confronti dell'augusto genitore, Margherita dimostrò «la sua filiale, adorante ma sofferta obbedienza» ha sottolineato Debicke, con riferimento ai due matrimoni conclusi in ossequio alla ragion di Stato: con Alessandro de' Medici, ucciso poco dopo dal cugino Lorenzino, e con Ottavio Farnese, verso il quale la sposa manifestò subito una forte insofferenza, mitigata con gli anni da una reciproca comprensione. Il 1545 concise con l'istituzione del ducato di Parma e Piacenza e l'arrivo degli eredi, i gemelli Carlo (morto a soli due anni) e Alessandro, futuro grande condottiero e successore di Ottavio.

di ANNA ANSELMI

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