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Venerdì 27 Novembre 2009 - Libertà

Da Bach a Liszt, per la caduta del Muro
voce e pianoforte in intense suggestioni

piacenza - «Ma popoli e comunità non possono permettersi di dimenticare»: la frase di Michael Reynolds sigilla un volantino, dove è impresso lo sguardo "torvo e arcigno" del Muro di Berlino, un'immagine frammentata da un titolo che associa una data, il 1989, l'anno della caduta, alla dolcezza e all'incanto di una storia di Natale. Quasi una storia di Natale.
Per celebrare il ventennale della caduta del Muro di Berlino, non poteva sottrarsi l'impegno attivo e concreto del Goethe Zentrum di Piacenza, il centro culturale italo tedesco che ha organizzato l'altra sera nell'auditorium della Fondazione un concerto fine e delicato come le storie di Natale, "raccontata" in musica da un binomio in grado di esprimere "bellezza" nel senso filosofico e artistico del termine.
"Bellezza" perché le due interpreti sono donne eleganti, sono giovani, sono bionde. "Bellezza" perché una, Charlotte Zeiher, è soprano, l'altra, Heidemarie Wiesner, pianista. Entrambe tedesche e con una storia che esula da ogni banalità: la Wiesner, al momento impegnata, tra le tante professioni e tra gli studi che uniscono la musica alla pittura, alla poesia e ai film, in uno studio di danza dove accompagna le lezioni con improvvisazioni musicali, infatti fa parte di una minoranza etnica della Germania con una ricca tradizione culturale, i Sorabi, e ha cominciato a suonare il pianoforte a 5 anni. La versatile Zeiher è invece esempio di una personalità poliedrica che, dopo aver cantato in Europa con un repertorio incentrato su musica barocca, classica e romantica e dopo aver studiato all'Università di Londra e al Conservatorio di Stpccarda, è approdata a Milano dove insegna privatamente da quest'anno.
Introdotto da Milena Tibaldi e Fausto Frontini, il programma portato tra il numeroso pubblico della serata si è concentrato su Italienisches Konzert Bwv 971 di Johann Sebastian Bach, Abendempfindung di Wolfgang Amadeus Mozart, il duetto Lied ohne Worte di Felix Mendelssohn Bartholdy, Weihnachtslieder di Peter Cornelius, Consolations di Franz Liszt, Schlafendes Jesukind, Auf ein altes Bild di Hugo Wolf e, infine, Messias di Georg Frierich Haendel. Concerto infine concluso, tra numerosi applausi e i rituali fiori consegnati alle artiste, fiori bianchi come quelli di Natale e come la neve, dall'inno natalizio tedesco.
«Mi è sembrato davvero di riuscire a portare per un attimo a Piacenza lo spirito della Germania» ha commentato infine la Tibaldi al termine dell'incontro. Un repertorio musicale entrato quasi in punta di piedi nel bagaglio emozionale del pubblico, leggero come un ricordo: suoni non crudi, non impetuosi ma legati a quella che, ancora Reynolds nella frase leit motiv della performance pianistica e canora, fu «una manciata di giorni (…) giorni di straordinaria esuberanza e gioia condivise in tutto il mondo»: la caduta del Muro, la valorizzazione di un'identità di una cultura.
Restano le domande: «Forse, alla fine di quel titolo Quasi una storia di Natale sarebbe stato idoneo un punto interrogativo» ha concluso infatti la Tibaldi.

Elisa Malacalza

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