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Domenica 29 Novembre 2009 - Libertà

«La terra piacentina, magia allo stato puro»

Franca Valeri, ospite della Fondazione di Piacenza e Vigevano,
martedì parlerà con il pubblico del suo libro "Di tanti palpiti"

Lucida, disponibile e cordiale conosce questi luoghi perché nebbie e pianura sono emanazione sanguigna di terre verdiane. Busseto, Sant'Agata, Villanova sull'Arda, Piacenza, Fidenza e Parma, rappresentano per Franca Valeri magia allo stato puro, pathos, emozione, ma anche sedimentazione temporale, ricordi lontani. E allora questa grande protagonista dello spettacolo italiano, sarà ospite della Fondazione di Piacenza e Vigevano e di Verdissime. com, martedì alle 18 quando, all'auditorium di via Sant'Eufemia 12 converserà con il pubblico sul suo libro Di tanti palpiti (Iperborea), volume che propone i testi dell'omonima e fortunata trasmissione radiofonica di Franca Valeri, dedicata alla musica lirica e a Giuseppe Verdi in particolare.
All'incontro parteciperanno Sabino Lenoci direttore del mensile L'Opera, il soprano Monica delli Carri e il mezzosoprano Lucia Rizzi. Chiacchiere e grande musica, ma anche tanto teatro, tanto cinema e altrettanta televisione dal Cinquanta al Duemila. E Franca Valeri con la sua ironia sembra avere scoperto quell'Italia proterva e impreparata che ci stava alle spalle e che minacciava decisamente di diventare l'Italia che abbiamo davanti agli occhi: «Le vostre terre emanano un fascino straordinario. Il fascino del melodramma - dice con competenza e lucidità - se penso a Giusppe Verdi, penso a una persona difficilissima nel temperamento e nel rapporto con gli altri, un uomo dotato di un talento straordinario e in grado di circondarsi di donne dalla grande personalità, credo poi che le celebrazioni del 2001 abbiano riaperto una finestra importante su questo grande artista, le cui musiche vanno oltre il tempo. E Piacenza, di rimando mi riporta al grande Maestro, perché i legami tra la vostra città e Verdi erano profondi».
Non solo, quando meno te l'aspetti, Franca Valeri ti butta lì Cortemaggiore e il suo amico e collega Franco Fabrizi: «Franco - aggiunge - era un attore col quale ho avuto modo di stringere un'amicizia sincera, era nato dalle vostre parti, in quel piccolo paese di cui andava fiero. Con lui ho girato diversi film tra i quali Gli onorevoli e Il moralista. Film che a modo loro hanno espresso un'epoca, se n'è andato troppo presto. Era un uomo intelligente e molto gentile, ha interpretato quell'Italia cinica e bigotta al tempo stesso, della quale l'interprete più straordinario è stato Alberto Sordi, un uomo che sul set sapeva improvvisare, inventare e soprattutto ha saputo essere l'immagine e la somiglianza dell'italiano medio; mai trasmissione ebbe titolo più azzeccato di Storia di un italiano, perché Alberto ha avuto una grande bravura nel rappresentarci».
Franca Valeri, in pista dalla fine degli anni Quaranta, si distingue subito per il proprio spirito di disincantata e caustica osservatrice: già nel 1950, dai microfoni della radio nazionale, colpisce duro - con l'impagabile personaggio della Signorina Snob - una classe sociale che conosce assai bene, la propria. E' da qui che prende le mosse la sua irresistibile Divano Commedia, il suo travolgente - per usare una bella definizione di Alberto Arbasino - Museo delle donne contemporanee.
Dal birignao high class della ragazza di buona famiglia, passa poi alla Cesira, manicure milanese vagamente razzista e permalosa, condannata a perenni fallimenti sentimentali, per finire con la Sora Cecioni, irresistibile personificazione di certo cattivo gusto romano, impastato di pigrizia e vocazione ciarliera.
C'è un mondo dietro a Franca Valeri, un mondo di ricordi, anche se a dire il vero, tiene a sottolineare che col ricordo non si vive. «Resta lo spessore dei personaggi che ho avuto la fortuna di interpretare e degli attori che mi sono stati vicino. Mi hanno lasciato il ricordo di una collaborazione efficiente e di amicizia, ecco. Con Sordi, in particolare, abbiamo fatto tanti film, con grande collaborazione, ricordo quando interpretammo Il vedovo, una commedia esilarante e cinica. Anticipava l'Italia del boom. De Sica era ed è stato per me un grande maestro, ed in più ricordo che mi voleva molto bene. Mi ha aiutato molto, soprattutto nel film Il segno di Venere, uno dei più belli che ho fatto. Un cast eccezionale con Sophia Loren, Alberto Sordi e Peppino De Filippo. Io l'ho scritto, ma è stato molto voluto da Vittorio De Sica che mi ha aiutato tantissimo, e poi c'era Dino Risi che era agli esordi». Continua: «Ho attraversato il Novecento. Ho vissuto gli anni Quaranta e Cinquanta da giovane. I giovani devono sempre dire qualcosa di diverso da quello che già c'è». E poi la grande ironia di questa attrice: «Conta. Credo serva a sdrammatizzare e aiuti sempre. Quando uno ha il dono dell'ironia, difficilmente se ne libera. E' un modo costante di vedere le cose, mi è sempre stata di grande aiuto. Qualche volta l'ironia ha un effetto strano, dilatante, perché il mondo ti appare in tutta la sua ridicolaggine e in tutta la sua banalità. Però è una gran qualità, di cui sono molto grata a mio padre, che me l'ha data».

di MAURO MOLINAROLI

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