Mercoledì 25 Novembre 2009 - Libertà
«Siamo riconoscenti a don Giancarlo»
Don Conte: in 50 anni ho portato in questa valle 5.000 persone, scriverò un libro per quelli che ora sono miei compaesani
Il sindaco di Vigo di Fassa ha conferito la cittadinanza onoraria al sacerdote
Vigo di Fassa (Trento) - Da ieri sera Vigo conta 1.492 abitanti più uno: don Giancarlo Conte. Il consiglio comunale della borgata ha conferito al parroco di San Giuseppe Operaio l'onorificenza di cittadino benemerito che da queste parti corrisponde alla cittadinanza onoraria. Un consiglio comunale convocato in seduta straordinaria proprio in segno di riconoscenza nei confronti di questo ormai anziano prete che qui chiamano reverendo e che, esattamente 50 anni fa, ha messo piede in questo angolo della Val di Fassa; da allora ha creato una sorta di ponte attraversato da generazioni di piacentini. E' il sindaco in persona, il commendator Gino Fontana, a premiare il parroco della casa sotto la funivia del Ciampedie.
«E' un atto di riconoscenza e un attestato di stima - esordisce il sindaco - è da due anni che abbiamo istituito il titolo di cittadino benemerito per i personaggi che sono più fedeli al nostro paese, un paese che vive di turismo e ha tanto bisogno della presenza di persone che vengano da fuori». «E' un attestato di riconoscenza - continua - ad una persona ma anche alla sua attività che negli anni ha portato qui decine di giovani e meno giovani; molti hanno imparato a conoscere le bellezze della Val di Fassa e, nel tempo, hanno avuto occasione di ritornare. Possiamo senza dubbio affermare come don Conte sia stato un pionieri del turismo in Val di Fassa».
Una pergamena incorniciata, un gagliardetto, un volume fotografico sul Catinaccio sono i doni concreti che la giunta e il consiglio comunale consegnano a don Conte. Mai come ieri sera la sala consiliare è stata così gremita. Ottanta in piacentini arrivati con un pullman e numerose auto private. Una clac di cui lo stesso don Conte è rimasto sorpreso e commosso. Parrocchiani, amici, ex di Vigo, per lo più avanti con gli anni, che hanno preso ferie e permessi per essere qui. «Dimostra la partecipazione della comunità piacentina a questo evento e gliene siamo grati» commenta il sindaco, prima che don Conte prenda la parola. Un intervento, il suo, breve ma intenso in cui ricorda a grandi passi la storia del campeggio di Vigo dedicato a San Domenico Savio. Parte dal settembre del 1959, quando, cinquant'anni fa, scoperse quella casa bianca con le persiane verdi che da allora non ha più lasciato. «Scoprire questa casa è stato come per Cristoforo Colombo scoprire l'America - dice commosso -. Ho fatto un calcolo: in cinquant'anni penso di aver portato qui almeno 5mila persone». Fa l'elenco dei lavori, dei soldi spesi e lancia anche un sassolino nello stagno:
«Abbiamo reso abitabile la baita, adesso aspetto che venga inserita nel piano regolatore». Il sindaco sorride. «In tutta questa storia - prosegue il sacerdote e si vede che ci crede - non vedo meriti particolari miei ma la guida della Provvidenza. Chi mi ha fatto passare su quella seggiovia? Chi mi ha fatto disegnare la piantina della casa sul breviario? Chi ha fatto dire all'allora presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano, Mazzocchi, che questa casa l'avrebbe comperata e data in comodato alla parrocchia? Solo la Provvidenza». Cita uno per uno i nomi di chi a Vigo ha accolto i piacentini e vinto la diffidenza ladina di queste parti: «Il nonno, Tatele, il vecchio panettiere, il falegname Federico Vian che è l'uomo che a Vigo mi ha voluto più bene» e tanti altri. Poi annuncia: «Scriverò un libro: Vigo, cuore della Val di Fassa, e lo dedicherò a voi».
Federico Frighi
federico. frighi@liberta. it