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Sabato 14 Novembre 2009 - Libertà

Vigo consegna a don Conte le "chiavi" della Val di Fassa

Il sindaco del paese trentino gli ha attribuito la cittadinanza onoraria
nel cinquantesimo della casa vacanze di San Giuseppe Operaio

Le Dolomiti premiano i piacentini e il loro amore per la montagna. Lo fanno concedendo la cittadinanza onoraria di un luogo simbolo, il comune di Vigo di Fassa, ad un sacerdote che ha fatto di quel luogo una palestra di vita per migliaia di piacentini. Le "chiavi della Val di Fassa" saranno consegnate a don Giancarlo Conte in una solenne cerimonia nel corso del consiglio comunale della borgata trentina. L'appuntamento è fissato per martedì 24 novembre, alle ore 17 e 30. Da Piacenza accompagneranno don Giancarlo Conte diversi parrocchiani ed ex parrocchiani (si sta valutando di organizzare un pullman). In San Giuseppe Operaio si farà festa sabato 21, con una serata amarcord.
La decisione del sindaco di Vigo, Gino Fontana, e della sua giunta, è arrivata non a caso nel cinquantesimo anniversario della "scoperta", da parte di don Conte, della casa che diventerà la storica sede del campeggio estivo ed invernale dedicato a San Domenico Savio. «Questa benemerenza mi lascia contento per una serie di motivi - osserva don Conte nel suo studio nel cuore della canonica -. Prima di tutto personale, perchè abbiamo lasciato il segno e siamo stati premiati per la nostra fedeltà alla montagna portata avanti anche a costo di tanti sacrifici; poi perché viene riconosciuta la grande valenza educativa che ha la montagna stessa. Io dico sempre: vale più una gita fatta tutti insieme a contatto con la natura che cento adunanze chiusi in una sala parrocchiale». A proposito dei sacrifici, don Conte ricorda con il sorriso i primi due anni di Vigo e svela un particolare che non tutti sanno: «Pagai i primi due anni di affitto senza andarci mai e senza che il mio parroco, don Molinari, a Pianello, fosse d'accordo: cinquantamila lire all'anno. Poi, finalmente, disse sì al campeggio». Era il settembre del 1959 quando don Conte, durante un ritiro di sacerdoti legati alle Acli, proprio a Vigo di Fassa, - a cui partecipò per caso, sostituendo il suo parroco ammalato - vide quella casa sotto la seggiovia del Ciampedie e subito chiese al proprietario quanto sarebbe costato affittarla per i suoi ragazzi. Iniziò tuttò quel giorno. Quarant'anni dopo esatti, nel 1999, l'allora presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano, Giancarlo Mazzocchi, decise di aiutare don Conte acquistando per 500 milioni di lire la quasi totalità della casa e cedendola in comodato alla parrocchia di San Giuseppe Operaio come progetto educativo per la città. Oggi, nuovo anniversario a cifra tonda, arriva la cittadinanza onoraria. La grande avventura continua.

Federico Frighi

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