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Domenica 15 Novembre 2009 - Libertà

stagione lirica Le belle musiche di Stephen Sondheim con la regia di Rosetta Cucchi e l'Orer, l'opera in diretta su Telelibertà

Dopo il successo riscosso nella prova aperta al pubblico, il diabolico barbiere di Fleet Street, protagonista di Sweeney Todd, torna in prima stasera alle 20.30 al Teatro Municipale di Piacenza (diretta su Telelibertà dalle 20.15). Il musical-thriller di Stephen Sondheim, proposto nel cartellone della Stagione lirica di quest'anno, a cura della Fondazione Arturo Toscanini, andrà in replica martedì alle 20.30 per gli abbonati del turno B.
La regia di Sweeney Todd è di Rosetta Cucchi, le scene di Paolo Cavinato, i costumi di Claudia Pernigotti, le coreografie di Roberto Pizzuto e le luci di Marco Cittadoni. In scena il Coro Ensemble del Teatro Rossini di Lugo diretto da Gianluigi Giacomoni e l'Orchestra Regionale dell'Emilia Romagna diretta da Christopher Franklin. I principali protagonisti sono il tenore Mark T. Panuccio, il contralto Melissa Parks, il baritono John Packard, il mezzosoprano Marcia L. Ragonetti e il basso Ethan Herschenfeld.
Christopher Franklin, nato a San Francisco ma formatosi musicalmente in Germania, è risultato vincitore, fin da giovanissimo, di importanti concorsi internazionali. Nel nostro Paese si è imposto all'attenzione dei principali teatri italiani dopo il successo riportato al Rossini Opera Festival di Pesaro con Il viaggio a Reims. Ha poi diretto un nuovo allestimento di Billy Budd di Benjamin Britten al Regio di Torino, i Carmina Burana al Maggio Musicale Fiorentino, la prima italiana di Jackie O di Michael Daugherty al Comunale di Bologna, Così fan tutte al Carlo Felice di Genova, la prima esecuzione in epoca moderna della Gina di Cilea (pubblicata dalla casa discografica Bongiovanni) e una nuova produzione della Vedova allegra di Lehár, oltre a una co-produzione di Bohème al Teatro dell'Opera di Roma. Infine, Franklin ha diretto la produzione storica di Giorgio Strehler del Cosi fan tutte al Piccolo Teatro di Milano, oltre a Falstaff, Carmen e Werther alla Fondazione Pergolesi-Spontini. Numerosi anche i successi riscossi in produzioni liriche all'estero.
Maestro Franklin, parliamo di "Sweeney Todd". In Italia non è frequente trovare un musical all'interno di una Stagione lirica.
«E' vero, in America è ormai una consuetudine ma credo sia interessante proporre Sweeney Todd al pubblico della Stagione lirica. Si pensi solamente ai musical di Leonard Bernstein, da Candide a West Side Story, o a cantanti lirici come Ezio Pinza, che è stato forse uno dei bassi più amati in assoluto e che cantando South Pacific raggiunse un'enorme popolarità, al punto che portò molti spettatori al Metropolitan quando poi interpretò melodrammi tradizionali e fu persino invitato da Toscanini a cantare alla Scala. Insomma, il musical e l'opera vanno d'accordo».
Alcuni spettatori ricorderanno la versione cinematografica di "Sweeney Todd" diretta da Tim Burton. A lei è piaciuta?
«Il film era senz'altro suggestivo. Direi che, dal punto di vista musicale, come spesso accade, anche stavolta l'allestimento teatrale di Sweeney Todd tenderà a sottolineare molto di più l'aspetto musicale rispetto al film, a partire dalle voci. Nel film c'erano le voci leggere degli interpreti, a partire da quella di Johnny Depp e Helena Bohnam Carter. A teatro, l'impegno è maggiore».
Per quanto riguarda la trama, la violenza che travolge i personaggi è purtroppo un argomento attuale, che si rifà indirettamente al senso di prevaricazione tra gli uomini, al desiderio di vendetta, alle guerre.
«Direi che questo è l'aspetto più interessante, sottolineato nei momenti più salienti anche dalla musica. Si tratta di una riflessione filosofica, che di fondo ci lascia con una domanda aperta: "E' l'uomo un essere profondamente violento, per sua natura, oppure è la società in cui vive a renderlo tale? " Credo che il lato oscuro del protagonista rifletta qualcosa che appartiene a tutti: chi di noi non si è mai sentito desideroso di vendetta di fronte a un'ingiustizia? Ma il problema resta quella domanda di fondo, che consiste appunto nel riflettere sul contesto sociale in cui queste ingiustizie si sviluppano, troppo spesso cedendo lo scettro alla violenza e non alla parte migliore dell'uomo».
Lei tornerà al Municipale il 13 marzo 2010 per dirigere un concerto dedicato a Rostropovich: un musicista divenuto anche simbolo di pace.
«Sì, proprio in questi giorni, rivedendo alla tv la sua performance sotto il muro di Berlino nell'89, mi sono chiesto ancora una volta quanto la musica, in generale, possa aiutare questa società ad essere più giusta. A differenza di quanto accade in Sweeney Todd. C'è un detto inglese che dice: "The music can calm the savage beast". Ed è molto vero perché la musica può calmare la bestia selvaggia che è dentro di noi».

ELEONORA BAGAROTTI

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