Lunedì 16 Novembre 2009 - Libertà
«Aree militari, progetto unitario»
il convegno «In queste zone - ha detto il vicesindaco - non verrà aumentata l'edificabilità»
Cacciatore: disponibile anche la caserma Lusignani a Sant'Antonio
Piacenza - Le aree militari da monumento al ricordo di un'identità antica a occasione di trasformazione per la città. Ma il percorso è ancora lungo ed estremamente complesso. «La legislazione in questo ambito è in continua evoluzione e non siamo ancora ad un punto tale che consenta lo sblocco del recupero», ha fatto notare ieri l'assessore Francesco Cacciatore durante il convegno "Piacenza, città murata", organizzato da Ambiente e Lavoro all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Comunque allo stato attuale delle cose, l'attuale protocollo d'intesa revisionato dovrebbe prevedere l'ottenimento dell'arsenale di viale Malta in modo che la città possa godere dell'intero comparto del vallo delle mura e il contemporaneo accorpamento del reggimento del Genio Pontieri nelle aree militari di via Emilia pavese. «In questo modo sarebbero messe a disposizione della città il laboratorio pontieri e la caserma Niccolai in piazza Cittadella, aprendo così la possibilità di fare un progetto complessivo di tutto il comparto nord - ha continuato Cacciatore -. Diventeranno disponibili anche la caserma Lusignani a Sant'Antonio e l'area della Pertite. In queste zone - ha assicurato -, non si aumenterà l'edificabilità e le trasformazioni in servizi saranno del 40-60%. La Pertite attualmente è edificata solo per un terzo di area».
L'assessore regionale all'Ambiente e Sviluppo Sostenibile, Lino Zanichelli, ha voluto rimettere l'accento sulla recente istituzione del Parco del Trebbia, tranquillizzando i detrattori. «I parchi li vogliamo non come vincolo ma come strumento di promozione territoriale, per dare loro un'identità migliore», ha detto. Il progetto presentato ieri è stato realizzato grazie ad un finanziamento della Regione Emilia-Romagna che intende promuovere la tutela e la promozione dell'ambiente in un'ottica di integrazione. «L'ambiente deve essere integrato con la gente, la storia e l'architettura», ha ricordato Elisabetta Russo, responsabile del progetto per Ambiente e Lavoro. Le parole chiavi del progetto sono state: integrazione delle diversità, da quelle culturali a quelle agro-ambientali e biologiche. «Il progetto è iniziato nel 2007 e ha visto crearsi una rete articolata di soggetti sociali che hanno dato continuità a percorsi partecipati già sperimentati», ha spiegato Nanda Montanari di Ambiente e Lavoro. In due anni sono stati realizzati una mostra itinerante sperimentazioni di gestioni ambientali sostenibili (adozioni territoriali nelle scuola), pratiche di vivibilità (uso della bicicletta). «Ma c'è ancora tantissimo da fare per sanare tutte le difficoltà a cui i ciclisti piacentini vanno incontro ogni giorno: rotonde pericolosissime, piste incomplete o mancanti, diffusa percezione del pericolo vissuta dai ciclisti», ha ricordato Marco Miserocchi, Fiab Amolabici.
Ilaria Molinari