Lunedì 16 Novembre 2009 - Libertą
Un viaggio negli incanti di San Giovanni in Canale
piacenza - Gią dalla copertina, con lo scenografico rincorrersi delle architetture dipinte nel santuario della cappella maggiore, affrescato da Francesco e Giovan Battista Natali, Sebastiano Galeotti e Bartolomeo Rusca, la nuova edizione del libro di Natalia Bianchini sulla basilica di San Giovanni in Canale č un invito a vedere di persona la bellezza di questa chiesa piacentina, tanto antica e ricca di storia, quanto spesso trascurata negli itinerari alla scoperta della nostra cittą. La presentazione del volume, circa 240 pagine e un ricco corredo iconografico, completo di disegni e foto d'epoca (la pubblicazione č stata sostenuta dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano), ha offerto anche l'occasione per ribadire quanto oggi si deve fare per salvaguardare il patrimonio tramandatoci dal passato, con attenzione in particolare allo stato della cappella di Santa Caterina. All'incontro, insieme all'autrice, hanno partecipato il parroco, don Cesare Ceruti, e lo storico dell'arte Ferdinando Arisi, che nella sua premessa al volume conferma come, prima del lavoro di Natalia Bianchini, mancasse un'opera basata su fonti documentarie relativa al complesso di via Beverora, che era stato un importante centro di cultura, «specialmente in etą rinascimentale». Nelle pagine, oltre alle vicende che hanno interessato la chiesa e il convento dei frati predicatori, la mansio dei templari e il tribunale dell'Inquisizione, confinanti con i domenicani, si ricostruiscono i profili biografici di alcuni influenti religiosi legati a San Giovanni in Canale, come San Pietro Martire e il cardinale Vincenzo Maculani. L'iniziativa č stata ospitata nel salone parrocchiale, per consentire al pubblico di vedere una delle poche parti superstiti dell'antico convento, alienato nel 1810 dopo le soppressioni napoleoniche. Bianchini ha spiegato dettagliatamente la genesi di questo spazio, che ora occupa tutta l'ala orientale del chiostro della Porteria o dei Morti, ma si deve immaginare che un tempo si aprivano lungo il lato est non solo la sacrestia (oggi cappella feriale), ma anche le due sale capitolari, di cui restano tracce degli ingressi e dei peducci della volta. La salita al piano superiore, con le celle dei frati affacciate su un corridoio ora limitato a pochi metri, ma in origine esteso fino a via Nova, ha permesso di intuire «il senso di monumentalitą» della costruzione domenicana, che era effettivamente di dimensioni grandiose. Sulla parete di fondo, un affresco di Bartolomeo Rusca, con quadrature di Marc'Aurelio Dosi, che Bianchini, analizzando l'archivio di San Giovanni, ha riscontrato abitare nella casa affacciata sul sagrato della chiesa.
Anna Anselmi