Fondazione di Piacenza e Vigevano Stampa
  Rassegna Stampa
spazio
  Comunicati Stampa
spazio
  Eventi Auditorium Piacenza
spazio
  Eventi Auditorium Vigevano
spazio
  Comunicazione
spazio

 
Home Page     Rassegna Stampa   


Giovedì 19 Novembre 2009 - Libertà

Elisabetta Sgarbi: «Cultura è cercare l'eterogeneo»

Stasera il direttore editoriale di Bompiani a Piacenza parlerà di libri a "Testimoni del tempo" in Fondazione

piacenza - Elisabetta Sgarbi, direttore editoriale della casa editrice Bompiani, sollecitata dal critico d'arte Eugenio Gazzose, parlerà de "I libri, l'arte, l'industria culturale" in un incontro promosso e organizzato dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, questa sera alle 21 all'auditorium di via S. Eufemia 12, nell'ambito dell'iniziativa Testimoni del tempo.
Elisabetta Sgarbi, ha "scoperto" scrittori come Paulo Coelho, con L'alchimista nel 1995 e oggi fenomeno internazionale. Tra gli autori che Elisabetta ha scelto di pubblicare pubblicati, anche il premio Nobel José Saramago e il vincitore del Premio Pulitzer nel 1999, Michael Cunningham. Ma ha anche dato voce ad autori sconosciuti come Antonio Scurati e Pino Rovereto. Pubblicando autori come Edoardo Nesi fin dal suo esordio, Enrico Ghezzi, Antonio Rezza e Carmelo Bene, e ancora, Andrea De Carlo, Pino Roveredo, Diego Marani, Flavio Soriga, Paola Capriolo, Alain Elkann, Chiara Gamberale, Sandro Veronesi, Camilla Baresani, Mario Fortunato e Paolo Nori, attraverso un lavoro puntiglioso, ricco di intuizioni e di competenze, Elisabetta Sgarbi ha dimostrato di essere talent scout culturale di grande talento, nonostante la crisi.
Partiamo dal tema dell'incontro che si terrà questa sera: "I libri, l'arte, l'industria culturale". Che momento vive questo settore, in un contesto in cui la crisi - economica e, prima ancora, di valori - sembra intaccare tutti gli aspetti della nostra società?
«Penso innanzitutto che la crisi non sia solo un fenomeno nazionale, ma mondiale, relativo cioè ai corsi e ricorsi del processo di globalizzazione. Tutte le case editrici risentono di questo clima, e una accurata gestione collegiale cerca di attutire la portata del fenomeno, razionalizzando le iniziative editoriali. Bisogna poi dire che sono molto cambiati i canali di distribuzione e di vendita del libro: le librerie come le abbiamo conosciute, non esistono più, sostituite da grandi megastore dove non si vendono soltanto libri, ma cd, dvd, software, e dove sono presenti spesso anche punti Internet. Il presupposto o la conseguenza di tutto questo mutare, evolversi della comunicazione, è certo da un lato la crescita positiva della cultura, la sua apertura ai molti, ma anche un decadere dei valori classici di riferimento».
In questi anni, lei ha fatto pubblicare e conoscere in Italia, contribuendo a costruire veri e propri fenomeni editoriali, autori come Paulo Coelho e Saramago, Cunningham e, tra gli italiani, Sandro Veronesi e Antonio Scurati per citarne due. Ogni scrittore e ogni opera hanno le proprie peculiarità, ma da cosa si riconosce la potenzialità di un successo?
«Credo che il fiuto sia l'elemento essenziale, il fattore K della buona editoria: cioè, il saper riconoscere le potenzialità di un autore, della sua scrittura; e quindi, il saper narrare una storia, senza compiacimenti, senza intellettualismi artificiosi. E' questa, per esempio, la ragione del successo di autori come Paulo Coelho».
Elisabetta Sgarbi direttore editoriale di Bompiani, fondatrice e curatrice di Panta, regista cinematografica e direttrice artistica de La Milanesiana, giornalista sulle colonne de Il Riformista. Facce diverse della stessa medaglia, o ambiti che, esprimendo una creatività poliedrica, le piace mantenere separati? C'è un modello, in ciascun settore, a cui in qualche modo si ispira?
«Ho sempre cercato di combattere l'unilateralità. La cultura è ricerca dell'eterogeneo: anche la ricerca scientifica più avanzata conferma questo modo di vedere le cose. Personalmente, ho soltanto espresso le mie idee, i miei sentimenti e le mie emozioni in ambiti che a mio parere possono ancora consentire la realizzazione della propria personalità, a vasto raggio: e sono appunto l'editoria, il cinema, l'ideazione di eventi come la Milanesiana, che dirigo da undici anni. Un lungo percorso, fatto di passione: l'importante, al di là di ogni discorso, è crederci. Il resto viene da sé. Ho avuto certo dei modelli nel mio lavoro. Posso citare Mario Andreose, attuale direttore letterario dell'Rcs libri, e per il cinema ci sono registi che mi hanno insegnato molto, a partire da Luciano Emmer. Inoltre, recentemente ho studiato, letteralmente, un regista come Aleksandr Sokurov, di cui è appena uscita una raccolta di scritti narrativi e saggistici, intitolata Nel centro dell'oceano. Un altro punto di riferimento è Franco Battiato, che mi sorprende continuamente per la sua capacità di rinnovarsi e di precedere sempre i tempi».

Mauro Molinaroli

Torna all'elenco | Versione stampabile

spazio
spazio spazio spazio
spazio spazio spazio