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Sabato 24 Ottobre 2009 - Libertà

stagione lirica Teatro esaurito ieri sera per l'inaugurazione con la messa in scena di Laganà Manoli e l'Orer diretta da Allemandi

I caldi applausi di un teatro pieno in ogni ordine di posti hanno salutato la "prima" del Trovatore di Giuseppe Verdi che ieri sera (in un allestimento del Teatro Bellini di Catania co-prodotto dal nostro Municipale e dal Teatro Comunale di Bolzano) ha aperto la stagione lirica 2009/2010 del Municipale, organizzata sotto la direzione artistica della Fondazione Toscanini. Un cartellone che - cosa inusuale per le abitudini liriche piacentine, almeno da qualche anno a questa parte - sceglie di provare il brivido del nuovo (Sweeney Todd di Stephen Sondheim) e di affidarsi a una concezione dei "classico" più cosmopolita del solito (la Elektra di Richard Strauss) ha preferito, per non rischiare troppo, affidare l'apertura di stagione a uno dei titoli più amati del "grande repertorio" italiano: il Trovatore.
Nella parte di Manrico, il tenore americano Stuart Neill (che, tra i non addetti ai lavori, deve il suo claim to fame al fatto di avere sostituito all'ultimo momento, nella "prima" del Don Carlo che ha aperto la scorsa stagione della Scala, il tenore nostro concittadino Giuseppe Filianoti, "licenziato" dal direttore d'orchestra Daniele Gatti fra tempestose polemiche) ha esaltato gli spettatori con una performance canora di elevata qualità e avrebbe senza dubbio passato l'esame a pieni voti e con lode non fosse stato per uno di quegli imprevisti che fanno parte, in un certo senso, del bello del teatro. Durante il momento più atteso dell'opera, vale a dire la cabaletta Di quella pira (che, per colmo di sfortuna, era eseguita correttamente col da capo), il povero Neill, colto da amnesia, a un certo punto ha dimenticato le parole e per un pugno di interminabili secondi ha improvvisato bravamente; ma è riuscito a salvare in calcio d'angolo con un acuto finale "di tradizione" che ha fatto venir giù il teatro dagli applausi. Del resto, anche dalla capacità di reagire a caldo a simili infortuni si vede la stoffa del vero uomo di teatro. Ma i consensi degli spettatori, dalla platea al loggione, sono andati anche al resto della compagnia di canto: la Leonora del soprano Olga Romanko, il Conte di Luna del baritono Carlo Kang (che ha fatto il pieno di «bravo! » al termine di Il balen del suo sorriso), l'Azucena del mezzosoprano Katarina Jalovcova e il Ferrando del basso Marco Spotti. Hanno completato il cast con onore il soprano Alice Quintavalla (Ines) e il tenore Alessandro Fantoni (Ruiz) e il magnifico Coro del Municipale diretto da Corrado Casati. Il maestro Casati e i suoi coristi hanno avuto un applauso tutto per loro già prima della fine dell'opera, quando si sono presentati al proscenio nell'intervallo.
Il direttore d'orchestra Antonello Allemandi, alla guida dell'Orchestra Regionale dell'Emilia-Romagna, ha firmato una lettura musicale di questo popolarissimo (e ascoltatissimo, quindi rischiosissimo) capolavoro che è parsa convincere più o meno tutti. Lo stesso ha fatto la messa in scena firmata dal regista-scenografo-costumista Roberto Laganà Manoli (con Barbara Staffolani assistente alla regia). Un allestimento scenico di impianto tradizionale (con una scenografia più che minimale a base di sfondi proiettati, com'è di regola nei nostri teatri di provincia in questi tempi di quaresima, ma con sontuosi e bellissimi costumi) ma declinato nei toni dell'allucinazione e dell'incubo da citazioni pittoriche in cui sfilavano inquietanti capolavori di Bosch e Bruegel. Anche se la citazione pittorica più suggestiva non apparteneva alle immagini proiettate ma era ricreata "in vivo" sul palco: l'accampamento gitano della Parte Seconda che, curiosamente, più che una "banda di Zingari" nella biscaglia del primo Quattrocento, evocava i Turchi dei dipinti "orientalisti" di Delacroix. Belle suggestioni figurative, infine erano anche quelle del bel volume fotografico "I luoghi verdiani" edito dalla Fondazione Marilena Ferrari per i tipi di Franco Maria Ricci e distribuito agli spettatori all'ingresso del teatro.
Le repliche avranno luogo domenica 25 in matinée alle 15.30 (fuori abbonamento) e martedì 27 alle 20.30 (turno B di abbonamento) con lo stesso cast della "prima" di ieri sera.

ALFREDO TENNI

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