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Martedì 20 Ottobre 2009 - Libertà

L'assessore: non miracolistico ma è un passo inevitabile
Il nodo risorse e la polemica sul bilancio della Toscanini

Calciati (Pd): «Qui si dà poco, altrove tanto. Le forze economiche riflettano»

(gu. ro. ) Non sarà uno strumento «miracolistico», per imbastire un'attività teatrale degna della tradizione del Municipale si dovrà continuare a fare i salti mortali. E tuttavia la sua costituzione è un passo obbligato. Così l'assessore alla cultura Paolo Dosi ha spiegato ieri in consiglio comunale le ragioni della Fondazione Teatri. Forte di una flessibilità di gestione impossibile all'ente pubblico, l'organismo è chiamato a consolidare e fidelizzare i rapporti con i privati che hanno manifestato interesse ai teatri e nel contempo a rilanciare il tema vitale delle risorse da reperire.
I soci fondatori sono Comune (conferirà per la gestione 1,4 milioni di euro, pari a quanto già investe), Fondazione di Piacenza e Vigevano (300mila euro), Enìa (130mila), Cciaa (15mila) e Confindustria (15mila). A questi soldi si uniscono per la gestione i 540mila euro del Fus, 40mila euro della Regione, 250mila da Cariparma, lo sponsor più robusto che però chiede in cambio l'esclusiva. Una pretesa che ha fato discutere ieri in consiglio: «Penso che si debba tirare dentro la Banca di Piacenza», ha esortato Gianni D'Amo (Piacenzacomune), «le due banche radicate sul territorio devono litigare per non rimanere fuori, non per escludere l'altra». «Se non entrano non c'è futuro per la fondazione», ha ammonito toccando il tema spinoso della penuria di risorse.
E se Carlo Pallavicini (Rifondazione) si è detto contrario all'ingresso dei privati nella gestione della cultura, è stata Giovanna Calciati (Pd) a spronare invece «le forze economiche locali a confrontare il contributo che danno alle istituzioni culturali con quello fornito nelle realtà vicine, ad esempio Parma dove il budget è di 18 milioni di euro.
Calciati ha anche insistito su un altro tema di polemica nella seduta di ieri, il giudizio sul periodo della gestione dell'attività teatrale firmato dalla Fondazione Toscanini. Giudizio negativo per il centrodestra che con Carlo Mazzoni, Andrea Pollastri, Marco Tassi (Pdl) e Antonio Levoni (Piacenza Libera) ha rivolto all'organismo con sede a Parma critiche in parte condivise anche da Stefano Perrucci (Pd). «A volte, certo, ci sono stati problemi di relazione, ma da quella scelta di gestione sono venuti tre benefici indubitabili», ha ribattuto Calciati (con il conforto di Lucia Rocchi, Per Piacenza con Reggi): «Per la prima volta a Piacenza i privati hanno dato soldi, fino ad allora erano di scarsa entità; i titoli e le recite sono raddoppiati; il pubblico è cresciuto del 70%».
Nel mirino del centrodestra anche Riccardo Muti e la sua orchestra giovanile Cherubini, dubbi i vantaggi che ne sono derivati a Piacenza. «E' la sola orchestra giovanile che fa formazione vera», ha replicato Calciati spalleggiata da Dosi, «i giovani che ne escono trovano lavoro nelle migliori orchestre europee, Muti la porta in giro per il mondo assicurando ritorno di immagine alla città».

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