Sabato 10 Ottobre 2009 - Libertà
Teatro, Fondazione al debutto
Ballerini: non sia un salto nel buio. Calciati: servono più risorse
Un momento dei lavori della commissione 1, al centro l´assessore Dosi (f. Bellardo)
Piacenza avrà la sua Fondazione Teatri, dopo mesi di pazienti cuciture da parte dell'assessore Paolo Dosi (Cultura) per tenere insieme pubblico e privati in un progetto comune. Ieri la commissione 1 presieduta da Stefano Perrucci ha approvato lo statuto della Fondazione con i voti della maggioranza e del consigliere Gianni D'Amo (Piacenzacomune) e l'astensione di Piacenza Libera, Pdl e Carlo Mazza (Gruppo Misto).
Con ordine. Le ragioni di questo strumento, analogo a quello operativo in tante altre città, sono state riassunte da Dosi nel bisogno di consolidare e fidelizzare i rapporti con privati che hanno manifestato interesse ai teatri («e si tratta di soggetti in qualche misura istituzionali») e nel contempo di rilanciare il tema vitale delle risorse da reperire più abbondanti («abbiamo fatto miracoli in questi anni»). La Fondazione - forte di una flessibilità di gestione, anche nel personale, impossibile all'ente pubblico - avrà sede al Municipale e sarà presieduta dal sindaco, con due consiglieri indicati dai soci che investono di più. Nessuna sorpresa tra i fondatori: oltre al Comune (conferirà per la gestione della stagione 1milione e 400mila euro, pari a quanto già investe), la Fondazione di Piacenza e Vigevano (300 mila), la Camera di Commercio (15mila), Enìa (130mila) e Confindustria (15 mila). La Provincia per ora resta fuori. Il patrimonio è poco più che simbolico (11mila euro). Naturalmente a queste risorse si uniscono per la gestione i 540mila euro del fondo unico dello spettacolo, 40 mila euro della Regione, 250mila da Cariparma, lo sponsor più robusto, ringraziato da Dosi, ma che chiede in cambio - è stato spiegato - l'unicità della sua presenza in cartellone.
La Fondazione nascente - avrà durata triennale per sperimentare la formula - dovrà gestire il Municipale, la Filo e il nuovo "gioiello" dei Teatini che va ad aprirsi a dicembre. Tra le novità, un solo revisore dei conti anziché un collegio, per risparmiare e bilanci parametrati non sull'anno solare ma da chiudersi il 31 giugno di ogni anno.
Nel corso del dibattito l'analisi più incisiva arriva da Calciati, ex assessore ai teatri. La comparazione con i 18 milioni del Regio di Parma lascia senza parole e se la quota pubblica è più o meno la stessa rispetto a Piacenza, il distacco abissale - osserva - nasce con i conferimenti da parte di banche, industriali, camera di commercio etc. La consigliera ha anche auspicato un coinvolgimento di Banca Monte Parma dove c'è una presenza forte di quote piacentine attraverso la Fondazione. A conti fatti, la cassaforte teatrale di Parma è dieci volte quella di Piacenza, ma tra le due città il divario non è così imbarazzante: «Non siamo dieci volte più poveri». Vero è che abbiamo imparato a far le nozze con i fichi secchi e spesso ad avere risultati straordinari, ma è il momento di rivolgere un forte appello al tessuto economico e sociale a far di più conclude Calciati. Alla consigliera appaiono anche pochi i tre anni di vita di questa nuova istituzione e ne consiglia verifiche semestrali.
Chiede chiarimenti Lucia Rocchi (Per Piacenza con Reggi), che vorrebbe una Fondazione capace di ascoltare le istanze della società, dei giovani. Mazza sottolinea la necessità di una maggior generosità da parte del mondo industriale, D'Amo invita a prevedere la nascita di un altro teatro dedicato all'innovazione, vorrebbe veder la Fondazione Teatri allargata a Fiorenzuola e più banche nel panel degli sponsor. Sandro Ballerini (Pdl) invita alla dovuta attenzione per non far un salto nel buio, a sua volta spinge sulla presenza di altre banche e si domanda se i cittadini potranno acquistare quote. Prende la parola Stefano Frontini (Piacenza Libera) che condivide l'idea della Fondazione Teatri ma si interroga sul meccanismo delle sponsorizzazioni. Infine Pierangelo Romersi (P) d, si augura un ingresso della Provincia per includere le stagioni estive. e alleanze ancor più larghe per intercettare fondi europei. Infine il leitmotiv: «Cerchiamo istituti di credito come soci».
Patrizia Soffientini