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Martedì 6 Ottobre 2009 - Libertà

La Stoccarda che parla piacentino

«Generazione giovane emigrata per studio o motivi accademici»

STOCCARDA - Il concerto lirico è stato lo spettacolo più gradito per il pubblico italo-tedesco che venerdì sera ha riempito la sala conferenze del municipio di Stoccarda. Anche se la nascita ufficiale dell'associazione Emiliano Romagnoli in Stuttgart - la prima in Germania con alcuni piacentini iscritti - ha portato con sé una serata capace di avvicinare due luoghi lontani 620 km. Piacenza e Stoccarda, appunto. Oltre la musica classica, il "battesimo" organizzato dall'Associazione piacentini nel mondo ha riportato uno squarcio di piacentinità a persone che non la vivevano a fondo da anni. I segni di gioia sul viso - sorrisi ed occhi brillanti in primis- sono la dimostrazione più netta di quanto abbia fatto piacere ai conterranei di Stoccarda incontrare alcuni concittadini giunti appositamente per loro. Una decina in totale, partiti venerdì mattina, tutti al seguito dei "Piacentini nel mondo" (tra cui chi scrive). La missione che si pone da sempre l'associazione presieduta da Sandro Molinari - con vice Antonio Parmigiani, consiglieri e soci fondatori Giovanna Amorini, Agostino Porcari e Gian Franco Scognamiglio - è diffondere la cultura italiana e piacentina nel mondo. Specie in luoghi, come succede per Stoccarda, in cui sono già presenti conterranei immigrati a mai tornati in pianta stabile all'ombra del Gotico. Ma riportiamo l'occhio di bue sull'indiscussa protagonista di serata, l'associazione Emiliano Romagnoli in Stuttgart. In totale, gli iscritti sono 24, anche se il presidente Cesare Ghilardelli auspica un aumento entro breve tempo. Di questi 24, tre sono piacentini: oltre a Ghilardelli, funzionario dell'Istituto italiano di cultura di Stoccarda, ci sono i coniugi Maurizio Gaidolfi e Marta Bergami. La serata dedicata all'ufficializzazione della neonata associazione inizia alle 19 e 30. Dopo il saluto beneaugurante dell'assessore alla cultura di Stoccarda, Susanne Eisenmann, è Molinari a salire sul palco. «Stiamo assistendo alla nascita di una realtà che terrà alto il nome della nostra terra», sottolinea. «Non possono essere qui di persona, ma sia il presidente della Provincia, Massimo Trespidi, che il sindaco di Piacenza, Roberto Reggi, vi porgono saluti ed auguri». E' poi il presidente Ghilardelli a prendere parola: «L'idea è nata nel novembre del 2008. Per una serie di passaggi burocratici e qualche mia vicissitudine, però, la fondazione di Emiliano Romagnoli in Stuttgart è slittata di qualche mese. Ora, grazie all'aiuto di Piacentini nel mondo, siamo operativi. Un ringraziamento, inoltre spetta al direttore dell'Istituto italiano di cultura, Francesco Acanfora». Ci sono particolarità nell'associazione Emiliano Romagnoli in Stuttgart che la rendono inconfondibile. «Abbiamo un'età media molto bassa, intorno a 35 anni», spiega Ghilardelli. Ciò significa che la maggior parte degli aderenti è il frutto di una nuova forma di emigrazione dalla terra d'origine. Non si parla più di persone andate all'estero per cercare lavoro in tempi bui per l'Italia, ma di persone, in gran parte, emigrate per studio o motivi accademici». Poi, un breve intervento di Miriam Altadonna del consolato italiano anticipa di qualche attimo il concerto lirico. Ad esibirsi tutti musicisti della nostra città e di zone limitrofe, portacolori di un'italianità in grado di sfondare ogni barriera culturale grazie alla musica. Quello che è uscito dalle corde vocali della soprano Giovanna Beretta, del tenore Luca Bodini, del baritono Simone Tansini e dal pianoforte di Patrizia Bernelich sono componimenti e canti di Rossini, Verdi, Bellini, Mozart, Mascagni, Leoncavallo, Puccini e Tosti che hanno elettrizzato il pubblico di Stoccarda. Un concerto che non ha deluso la tradizione lirica italiana, capace di strappare continue richieste di bis dal pubblico.

di RICCARDO DELFANTI

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