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Martedì 6 Ottobre 2009 - Libertà

Con Izcaray un Haydn energico e cantabile

Si è aperta con successo la Concertistica al Municipale:
l'Orer suona un inedito di Panfili, brilla Belfiore in Ravel

Di fronte ad un'opera contemporanea, sia essa un'opera d'arte o un brano musicale, entra certamente in gioco la qualità "teorica", che attinge in misura più o meno spinta alla grande tradizione. Ma sicuramente, per quanto un autore prenda il lancio e vada oltre al "già noto", giocando e sperimentando, quel che resta intatto è il concetto che ogni opera rappresenta un pensiero. Quello dell'autore, inteso come intimità ma anche come trasmissione di un vissuto comunitario. Un guizzo, una denuncia, uno stato d'animo.
In campo musicale, almeno per quanto riguarda l'Italia, proporre un'opera contemporanea rappresenta oggi, per lo più, un gesto che denota coraggio. E il coraggio non è mancato l'altra sera al Teatro Municipale, dove si è aperta la Stagione concertistica 2009/2010 a cura della Fondazione Arturo Toscanini, con Danzario di Riccardo Panfili, un compositore nato nel 1979 e vincitore del Concorso internazionale di composizione di Santa Cecilia, dove il brano era stato presentato in prima assoluta pochi mesi fa.
Ad interpretarlo sul palcoscenico piacentino, c'era l'Orchestra Regionale dell'Emilia Romagna diretta dal venezuelano Carlos Izcaray. Il che, ha senz'altro giovato all'apertura della serata e contribuito a catturare l'attenzione del pubblico, per la verità non troppo numeroso, e agli applausi finali che gli spettatori hanno attribuito sia agli interpreti che allo stesso Panfili, salito in palcoscenico alla fine e visibilmente emozionato.
E' strano come il passaggio dalla contemporaneità alla classicità di Haydn possa avvenire con scioltezza, quasi dolcemente. Eppure l'accaduto non sarà certo passato in sordina, nemmeno agli spettatori più "sbigottiti" e poco avvezzi alle armonie sperimentali del Novecento. Armonie che, nel caso del brano di Panfili, risultavano particolarmente accattivanti, forti di una sezione ritmica piuttosto energica e di effetti timbrici coreografici e carnevalescheggianti.
Izcaray, che somiglia al giovane Paul McCartney e indossava un completo à la Beatles, ha accompagnato le note della Sinfonia in do maggiore n. 90 di Franz Joseph Haydn con un gesto elegante, mostrando altresì un tratto dell'animo impetuoso e una lucidità granitica per quel che riguarda la partitura e la cantabilità degli archi. Degna di nota, nel Secondo Tempo (Andante), la bravura del flautista. In generale, soprattutto per quanto riguarda il vezzeggiante Minuetto, è emersa una gradevole compattezza di suono e coerenza d'intenti.
La seconda parte del concerto è stata allietata dalla brava Elena Belfiore, affascinante mezzosoprano che ha saputo incantare il pubblico nell'interpretazione di Shéhérazade, tre liriche per voce e orchestra di Ravel. Belfiore ha cantato tre pagine impegnative ed emozionanti, sapendo soppesare con equilibrio giuste dosi di rigore ed espressività. Dopo un'arabescante Asie è stata la volta di La flûte enchantée e poi della splendida, cangiante e a tratti commovente L'indifférent, che ha riscosso calorosi applausi. I "fiati" in prima linea.
Niente bis per la prima serata della Stagione concertistica, ancora in tepore d'estate, che cederà il posto venerdì 4 dicembre all'Orchestra giovanile "Luigi Cherubini" diretta da Riccardo Muti: in programma la Miss defunctorum di Giovanni Paisiello. Una lunga pausa per gli spettatori della Concertistica, dunque, ma nel frattempo i piacentini potranno assistere alla Stagione lirica e alla Prosa "Tre per te". Piacenza vive un autunno intenso, che non dimentica la cultura e il teatro.

di ELEONORA BAGAROTTI

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